La lingua italiana – Il Vocabolario degli Accademici della Crusca
Il Vocabolario degli Accademici della Crusca è il primo vocabolario della lingua italiana ed il secondo di una lingua moderna (il primo è il Tesoro della lingua spagnola, di Sebastian de Covarrubias, del 1611).
Il primo titolo dell’opera fu Vocabolario della lingua toscana, ma ad opera già ultimata si discusse riguardo al titolo, in un dibattito che durò due anni, dal 1608 al 1610. Si giunse alla decisione finale del titolo neutrale di Vocabolario degli Accademici della Crusca, la cui edizione originale fu pubblicata a Venezia nel 1612. Ebbe immediato successo, ma l’aperto fiorentinismo arcaizzante proposto dal Vocabolario non piacque a molti. Intorno al 1590, l’Accademia scelse i criteri da adottare per la sua redazione: conservare l’utilità del fiorentino trecentesco e renderlo noto ai più. Gli spogli delle opere riguardarono anzitutto la Divina Commedia di Dante, il Canzoniere di Petrarca ed il Decameron di Boccaccio, per poi includere anche autori successivi come Machiavelli, Lorenzo de’ Medici, Salviati, Berni, ed autori non fiorentini come Bembo ed Ariosto. Il lavoro di redazione fu affidato, nel 1597, a quattro accademici: Carlo Macinghi, Francesco Marinozzi, Piero Segni e Francesco Sanleolini. Nella compilazione delle voci, gli scrittori fiorentini del ‘300 erano citati per primi, con un esempio di prosa e poesia laddove possibile, mentre degli autori non fiorentini si scelsero le parole di matrice fiorentina e dei contemporanei le voci d’uso.
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