Giornata mondiale dell’alimentazione
L’acqua è vita, l’acqua ti nutre. Non lasciare nessuno indietro.
Ogni 16 ottobre si celebra la Giornata mondiale dell’alimentazione, data simbolo della fondazione della FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura), nata in Québec nel 1945 con l’obiettivo di sensibilizzare popolazioni e governi su tematiche quali alimentazione, fame, malnutrizione, sovralimentazione, spreco di cibo e acqua.
Il 24 settembre 2015 sono stati delineati dall’ONU gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS), una lista di 17 goal interconnessi tra loro per ottenere un futuro migliore e più sostenibile per tutti. I punti sono stati sintetizzati nell’Agenda 2030, anno in cui si auspica che i piani d’azione verranno completati. Non è un caso che ben 6 su 17 obiettivi siano legati al tema dell’alimentazione:
- Goal 2: sconfiggere la fame;
- Goal 3: assicurare la salute;
- Goal 6: garantire acqua pulita e servizi igienico-sanitari;
- Goal 12: creare modelli sostenibili di produzione e consumo;
- Goal 14: conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani;
- Goal 15: proteggere e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema.
È evidente quanto la sostenibilità alimentare sia legata a tematiche come sicurezza a tavola, inclusione, agricoltura sostenibile, cibi biologici, biodiversità animale e vegetale: si intrecciano tematiche di produzione, consumo, ecocompatibilità, responsabilità sociale e sicurezza alimentare.
Se ogni anno viene messo in risalto un tema particolare su cui concentrare l’attenzione, quest’anno è l’acqua:
«L’acqua è vita, l’acqua ti nutre. Non lasciare nessuno indietro»
è lo slogan scelto per l’edizione 2023. Sembra una banalità, ma l’acqua è indispensabile per vivere: il nostro organismo ne è composto per il 50% e copre il 71% della superficie terrestre: sotto forma di mari, laghi fiumi ed estuari, l’acqua ospita ecosistemi e habitat ricchi di biodiversità, colonna portante per le economie turistiche e alimentari costiere e fluviali.
Ma oggi solo il 2,5% dell’acqua è dolce, potabile e utilizzabile per coltivare, e proprio l’agricoltura è responsabile del 72% del consumo di acqua dolce a livello mondiale. Peccato però che, come tutte le risorse naturali, l’acqua non sia infinita!
Il cambiamento climatico, la vertiginosa crescita demografica mondiale, l’estremo fenomeno di urbanizzazione e il sempre più crescente sviluppo economico hanno messo veramente a dura prova le risorse idriche del nostro pianeta, tanto che sono diminuite del 20% pro-capite.
La FAO sottolinea come per evitare di giungere al famoso “punto di non ritorno” sia necessario produrre cibo utilizzando minori quantità di acqua, garantendo una distribuzione equa e salvaguardando i sistemi alimentari acquatici, ma senza lasciare mai nessuno indietro.
La parola d’ordine, anche quest’anno, è inclusione, tramite investimenti, innovazione tecnologica e incentivi, il tutto calibrato per arrivare a soluzioni integrate nell’uso efficiente e nella tutela delle risorse idriche.
La stessa FAO ci riporta una serie di dati allarmanti:
- Dal 2000 gli eventi calamitosi sono aumentati del 134%, il numero e la durata delle siccità del 29%;
- Le zone umide (ossia gli ecosistemi più ricchi di biodiversità) stanno scomparendo 3 volte più velocemente delle foreste, e l’85% è andato definitivamente perduto;
- Circa 600 milioni di persone dipendono dai sistemi alimentari acquatici per vivere;
- Ogni anno circa 1 miliardo di tonnellate di cibo viene gettato via, con la conseguenza di aver sprecato risorse idriche preziose per coltivarlo;
- Il 95% del cibo che consumiamo è prodotto sui campi: tutto nasce dal suolo e dall’acqua;
- Oggi 2,4 miliardi di persone e circa il 10% della popolazione vivono in zone a forte rischio stress idrico;
- Oltre l’80% delle acque reflue del mondo viene rilasciato negli oceani senza essere prima trattato e depurato.
Cosa fare per proteggere “l’oro blu”?
Tanto, tantissimo. Prima di tutto consumare frutta e verdura di stagione e freschi, in quanto la loro produzione richiede minori quantità d’acqua.
Vanno evitati gli sprechi alimentari, perché rappresentano indirettamente uno spreco di risorse idriche. E se proprio non si può fare a meno di mangiare pesce, occhio all’etichetta (se è sostenibile, deve essere riportato il marchio di certificazione “eco”).
Possiamo essere parte attiva nel cambiamento, partecipando ad attività di bonifica di fiumi, laghi e spiagge. Esistono anche dei programmi di sensibilizzazione rivolti a bambini e adolescenti per formare una nuova generazione di piccoli grandi ecologisti e ambientalisti.
Per approfondire: https://www.fao.org/world-food-day/it
Elisabetta Carbone
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