Alla scoperta del teatrodanza
La danza, così come il teatro, sono in continuo sviluppo come la storia ci ha dimostrato, creando tante sfumature delle due discipline che spesso si sono incontrate ottenendo, così, un nuovo ambito molto complesso ma anche tanto affascinante.
Sto parlando del teatrodanza, affermatosi nella Germania occidentale tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Settanta, e ha sfornato tanti nomi di spicco nell’ambito.
Non è un genere del balletto né una corrente vera e propria, ma è riuscito ugualmente a contraddistinguersi in quanto è un fenomeno particolarmente complesso che si è affermato grazie ai cinque antesignani del Tanztheater tedesco: la più nota esponente è Pina Bausch, poi vi sono Reinhild Hoffmann, Susanne Linke, Gerhard Bohner e Hans Kresnik.
Per Tanztheater si intende una ramificazione nell’ambito della danza moderna dell’espressionismo tedesco degli anni Trenta, la cui poetica risale alle teorie di Rudolf Laban e alle danze di Mary Wigman, sua allieva.
In questa disciplina vi possiamo trovare elementi propri della danza non accademica d’inizio secolo, come la danza moderna, la danza libera ma anche del mimo e del cabaret.
Il teatro si rivolge, quindi, solo in apparenza alla “dimensione teatrale” della danza che è propria del balletto romantico. Al contrario, si va a recuperare una dimensione primordiale del rapporto tra gesto e azione e tra gesto e parola.
Di conseguenza, il teatrodanza è una forma di danza spesso allegorica, che utilizza simboli, influenzata molto dalla fusione tra teatro ed arti figurative, dove l’elemento narrativo viene utilizzato in modo antinaturalistico, per frammenti.
Proprio per la fusione armoniosa fra recitazione, canto e danza, gli interpreti del teatrodanza di Pina Bausch vengono chiamati Danzattori, i quali vanno a creare un risultato innovativo e di forte impatto.
Nel giro di poco tempo questa disciplina innovativa inizia a svilupparsi non solo in Europa ma anche in America, formando nomi di particolare rilievo, tra cui Marilena Ansaldi in Brasile, Alain Platel in Belgio, Lindsay Kemp in Inghilterra, Costanza Macras in Germania e Carolyn Carlson in Francia.
Proprio sotto la guida di quest’ultima venne messo in scena, nel 1985, Il Cortile dalla compagnia Sosta Palmizi, composta da sei danzatori formatosi proprio da Carlson: Michele Abbondanza, Francesca Bertolli, Roberto Castello, Roberto Cocconi, Raffaella Giordano e Giorgio Rossi.
Il teatrodanza contemporaneo italiano sarà poi formato dalle compagnie fondate da ciascuno di questi danzatori in seguito allo scioglimento della Sosta Palmizi originaria.
Irene Ippolito
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