Efeso, la terza città più grande dell’antichità
L’antica città di Efeso è la terza città più grande dell’antichità, sito che ha visto il fiorire di molte civiltà, situato lungo il corso del fiume Caistro, lungo la costa della Turchia.
Secondo Strabone il nome Efeso deriva da una delle più antiche regine delle Amazzoni che avrebbero fondato la città, mentre Pausania riferisce che il sito fu fondato da Efeso figlio del fiume Caistro.
Il luogo doveva essere frequentato già nell’età del rame, come attestano i ritrovamenti. Circa a metà del II millennio doveva esistere l’insediamento di Apasa come riferiscono testi Ittiti del XIV secolo a.C, forse un altro nome con cui era nota Efeso che dai ritrovamenti di ceramica Micenea attesta forti legami commerciali con la Grecia.
Invasa dalla popolazione dei Cimmeri nel VII secolo a.C, secondo le fonti gli invasori arrecarono gravi danni e distrussero il santuario dedicato alla dea Artemide protettrice del luogo, dandolo alla fiamme.
Nel VI secolo a.C Efeso entrò nell’orbita del regno di Lidia, il re di Lidia Creso estese infatti il suo controllo sul luogo e secondo le fonti aiutó gli abitanti di Efeso a ricostruire l’Artemision devastato dal Cimmeri.
Caduto il regno di Lidia sotto la travolgente espansione dell’impero Persiano, comandato da Ciro, anche Efeso fu invasa e divenne parte del vasto dominio Persiano, situazione a cui l’intera costa ionica non si sottomise mai del tutto, come dimostrano le molte ribellioni anche, se Efeso continuó a mantenere una certa autonomia.
Con la fine delle guerre persiane cessò il dominio persiano su Efeso, che entrò a far parte della lega delio-attica pagando un tributo ad Atene, una pace che si rivelò effimera in quanto sotto la pressione di Atene gli Efesini si ribellarono e la Persia approfittó per estendere nuovamente il suo controllo sulla città fondamentale per il suo porto, uno dei più grandi e floridi dell’antichità, punto di passaggio per l’Asia.
Dopo alterne vicende che videro l’avvicendarsi al potere sia dei greci che dei persiani, nel 338 a.C a seguito della pace di Cheronea Filippo II re di Macedonia, cominciò i preparativi per la spedizione in Asia, gli abitanti di Efeso riuscirono a cacciare dalla città il tiranno persiano Syrface e a dimostrare la loro benevolenza nei confronti di Filippo, con la speranza di riavere la libertà ma con la morta improvvisa del re macedone il tiranno Syrface entrò nuovamente nella città e distrusse l’Artemision. Con la vittoria di Alessandro Magno la città fu liberata, ma alla sua morte per diversi anni subì una grave instabilità politica.
Entrata nell’orbita dell’impero romano fu teatro degli scontri tra Ottaviano e Marco Antonio che riunì lì le sue navi insieme a quelle di Cleopatra per la fatidica battaglia di Azio. Sotto l’impero di Augusto Efeso crebbe di importanza arrivando a contare circa 200.000 abitanti e divenne capitale della provincia d’Asia Minore.
Anche in epoca bizantina Efeso rimase la città più importante dell’Asia minore e nel 431 d.C ospitò il concilio di Efeso.
Nel 401 d.C per volere dell’arcivescovo di Costantinopoli Giovanni Crisostomo l’Artemision fu definitivamente distrutto.
Con la fine dell’impero romano d’Oriente la città gradualmente scomparve, solo a metà Ottocento con la costruzione della ferrovia da Istanbul a Baghdad venne ritrovata, gli scavi cominciarono nel 1869.
Beatrice Gargiulo
Leggi anche: Annibale, brillante condottiero cartaginese