Mary Edwards Walker, una donna con i pantaloni
Oggi siamo abituati ad indossare i pantaloni, o meglio, i jeans.
È facile, camminando per la strada, guardare ragazze e ragazzi con abiti sportivi, tute e indumenti comodi.
I pantaloni, però, per molto tempo sono stati esclusivamente indossati dagli uomini poiché definiti poco femminili.
Alle donne erano riservati corsetti e strati di gonne lunghe, che rendevano difficili i movimenti.
Del resto a loro toccava esclusivamente la cura della casa e dei figli.
C’è però una donna che ha espresso il suo dissenso riguardo queste regole e ha deciso di battersi contro le disuguaglianze tra maschi e femmine.
Sto parlando di Mary Edwards Walker.
Nata a New York nel 1832 da genitori progressisti, Mary fu molto incoraggiata a concludere gli studi, infatti frequentò la facoltà di medicina che, all’epoca, escludeva le giovani.
Fu la seconda donna medico del paese e, contro ogni aspettativa si sposò, rifiutando però di obbedire al marito e mantenendo il suo cognome.
Apri uno studio insieme al suo coniuge, ma i pazienti rifiutavano di farsi operare da una donna. Mary non si scoraggiò e, nel 1861, all’inizio della guerra civile, si trasferì a Washington cercando di arruolarsi come chirurgo.
L’esercito non accettò di buon grado la richiesta e lei fu costretta ad essere un medico non retribuito in un ospedale da campo e, successivamente, proprio in battaglia.
Nel 1863, dopo numerosi appelli al Segretario alla Guerra, Mary riuscì ad ottenere una paga e divenne la prima donna chirurgo dell’esercito USA.
In quegli anni si dedicò completamente ai feriti di guerra sostenendoli sia negli interventi che nella riabilitazione successiva. Le critiche seguirono gran parte della sua vita. Molti la giudicavano per il suo operato, non brillante come quello di un uomo, altri la criticavano per l’aspetto fisico.
Mary però non si fece mai abbattere e continuò la sua missione.
Finalmente nel 1866 riuscì ad ottenere una medaglia d’onore proprio dal Dipartimento di guerra, grazie all’impegno dimostrato sul campo di battaglia.
Ciò che però ha destato molto scandalo e attenzione sulla Walker è stato l’utilizzo dei pantaloni.
Abbandonò i classici vestiti femminili e si schierò per i diritti delle donne. Mary riteneva che fosse davvero scomodo indossare gonne così lunghe e corsetti troppo stretti, dal suo punto di vista l’abbigliamento doveva proteggere ed aiutare la persona nei movimenti, non fare il contrario.
Fu arrestata nel 1870 poiché indossava pantaloni e accusata anche di omosessualità.
Rispose alle accuse in maniera sarcastica affermando: “Non indosso abiti da uomo, indosso i miei abiti!”.
Un anno dopo tentò di esprimere il proprio voto alle elezioni, ma senza successo. Questo avvenimento non fermò Mary, anzi, si recò direttamente al Congresso per sostenere il suffragio universale.
Queste battaglie per i diritti delle donne comportarono, nel 1917, l’annullamento della medaglia d’onore. Successivamente le fu conferita di nuovo con delle scuse, ma ella la rifiutò.
Mary Edwards Walker morì nel 1919 e la sua bara venne coperta dalla bandiera degli Stati Uniti. Ovviamente fu seppellita con abiti maschili e pantaloni.
La sua storia ha avuto un grande lieto fine, infatti, l’anno successivo, ovvero nel 1920, il diritto di voto negli Stati Uniti fu esteso anche alle donne.
Insomma, ogni volta che indossate un pantalone o un jeans, ricordate la storia di Mary, una donna che si è battuta per i diritti, l’istruzione e l’abbigliamento.
Un simbolo per donne e uomini da tenere nella nostra memoria.
Martina Maiorano
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