“La storia”, di Elsa Morante: tra storia e disperazione
“La storia” è un romanzo di Elsa Morante; si tratta di un libro scritto in tre anni, dal 1971 al 1974.
“La storia” si svolge a Roma durante e dopo la seconda guerra mondiale, anni raccontati attraverso gli occhi dei personaggi del libro, alcuni dei quali sono sicuramente indimenticabili.
Tra questi come non menzionare, Iduzza, ed in particolar modo Davide Segre, giovane ebreo anarchico che sembra incarnare nei suoi monologhi l’alter ego della Morante.
Il libro è molto ampio. L’inizio di tutto è forte, difficile da accettare e scatena sin dall’inizio indignazione: una violenza sessuale, da cui nasce Useppe, il fratello di Nino, centro emozionale, visionario, letterario del romanzo: la verità e la speranza della Storia.
Quello della Morante è un libro che “infiammò” il dibattito culturale e letterario di quegli anni. Furono in molti a leggere “La storia”, tra intellettuali e gente comune, ma anche tanti giornalisti. Un libro meraviglioso scritto da una donna, Elsa Morante, vincitrice del premio Strega con “L’isola di Arturo”, moglie di Alberto Moravia, autore altrettanto amato dal pubblico italiano.
Amica di Pier Paolo Pasolini, che le dedicò alcune opere, per descrivere quella sofferenza e quel velo di tristezza che sembrava contraddistinguerla, in una mescolanza di dolore e vulnerabilità.
La fame, la ricchezza, la gioia, la malattia, la sporcizia si assecondano l’un l’altra senza sosta e nella vita degli uomini, e lo faranno per sempre, fino all’unico epilogo possibile di ogni Storia: la morte, che a volte diventa addirittura consolazione.
Grazie al romanzo in questione, Elsa Morante, “interroga la storia” che spesso costringe l’uomo a riconoscersi in una sorte condivisa.
La narrazione è lineare e il linguaggio usato è accessibile a tutti, probabilmente una scelta consapevole dell’autrice; all’interno della narrazione si oscilla tra un linguaggio dialettale e uno colto, ma c’è spazio anche per quello infantile. La storia è stato definito un romanzo – fiume che, nonostante la lunghezza, si legge in poco tempo, grazie al forte coinvolgimento emotivo che interessa il lettore sin dall’inizio.
Al tema della guerra e della lotta partigiana si accompagna nel romanzo quello dell’emarginazione femminile – si pensi all’evento che dà il via alla trama -, della miseria delle periferie e della segregazione sociale delle classi più umili.
Elsa Morante riporta l’immagine tragica della storia e i tantissimi limiti della modificabilità del mondo, ma ciò che non manca mai è il tema della morte, che sembra essere sempre in “agguato”. Forse è proprio per questo motivo che il romanzo dell’autrice italiana ottenne tante critiche, primo tra tutti Italo Calvino, che nonostante l’amicizia con la Morante, affermò di non aver apprezzato il libro.
Leggendo quello che oggi è definito uno dei capolavori della letteratura contemporanea, viene fuori un forte senso di smarrimento, che si può amare o meno e che la narratrice onnisciente descrive in ogni pagina, quasi come se volesse sottolinearlo. La scrittrice preannuncia prima quasi tutti gli eventi catastrofici, le morti, le perdite. E questo fa sì che la curiosità del lettore aumenti per provare a capire se in quel “calvario di parole” ci sia una speranza.
La capacità principale di questo libro è quella di mostrare come la storia irrompa prepotentemente nella vita delle persone semplici e scombussoli tutto senza pietà. Oltre a mostrare l’impatto della storia sulla gente comune, Elsa Morante con “La storia” mostra uno scorcio della vita nel nostro paese, riuscendo così a svolgere anche una forte ed interessantissima funzione divulgativa.
All’inizio di ogni capitolo, che copre un anno, la scrittrice racconta gli eventi mondiali inerenti la guerra e le varie rivoluzioni. Questo le permette di trascurare quest’aspetto nello sviluppo della vicenda dei protagonisti, permette di conoscere il contesto storico in cui si svolge la vicenda, ma al contempo ricorda che loro di tante cose a stento sentono dire, e quindi c’è molta differenza tra ciò che sanno e quello che effettivamente accade nel mondo.
Alla luce di quanto detto, si può dire che “La storia” sia un libro da leggere, con pazienza e dedizione, quasi come se fosse un manuale da studiare e al quale dedicare mente e corpo. Un romanzo difficile, da qualcuno definito noioso, ma che insegna molto.
Gerardina Di Massa
Leggi anche: Dadizioni – ripetizioni ai tempi della didattica a distanza: Elsa Morante