Quanto l’alimentazione influisce sullo sport?
Per chi pratica sport, che sia a livello agonistico o amatoriale, è fondamentale avere un’alimentazione adeguata affinché riesca ad avere le energie necessarie non solo per affrontare la giornata ma anche per seguire in maniera ottimale i propri allenamenti.
Ovviamente, l’alimentazione varia in base a delle caratteristiche ben precise, banalmente in base all’età o alle condizioni ambientali, ma ci sono alcuni fattori comuni che vanno presi in considerazione.
Uno di questi è di non sottovalutare l’importanza che l’alimentazione ha all’interno dell’attività sportiva, perché il cibo ci dà il giusto sprint per avere un allenamento adeguato, senza il rischio di star male. Durante gli allenamenti si disperdono non solo le energie, ma anche sali minerali e acqua, per cui è fondamentale rimanere idratati e mangiare il giusto quantitativo di cibo.
Inoltre, indipendentemente dall’età e dal livello dell’attività fisica che si pratica, lo sportivo ha bisogno di assumere in una giornata tutti i principi nutritivi in quantità e rapporti adeguati, come qualsiasi altra persona.
Di solito si distingue l’atleta dal soggetto attivo, in base all’intensità e alla frequenza dell’attività e degli impegni agonistici. Le esigenze nutrizionali di un atleta sono molto simili rispetto a quelle di un individuo sano non impegnato a livello agonistico, tranne che per un aumento del fabbisogno energia e nutrienti.
Altro aspetto da prendere in considerazione è il tipo di allenamento che si va a fare, che può essere a lunga o breve durata, ad alta o bassa intensità, in quanto l’alimentazione cambia a seconda che l’impegno fisico sia di forza o resistenza. Infatti, a seconda dell’intensità e della frequenza dell’allenamento, il fabbisogno calorico aumenterà e quindi vanno riconsiderate le quantità di cibo da assumere quotidianamente.
Avere una corretta alimentazione quando si pratica attività sportiva è fondamentale anche per evitare la RED-S Syndrome (Relative Energy Deficiency in Sport), una condizione che si presenta quando l’alimentazione è insufficiente per supportare lo stress dato dall’esercizio fisico e le normali funzioni corporee che può avere anche ripercussioni psicologiche.
Chiamata anche “triade dell’atleta”, può avere degli effetti molto negativi sul corpo che differiscono se si è un maschio o una femmina, tra cui un maggiore rischio di contrarre malattie ed infortuni.
Per quanto concerne l’uso di integratori all’interno della propria routine sportiva e alimentare, sul sito del Ministro della Salute si può notare come essi possano essere giustificati solo in alcune circostanze. Ad esempio, nel caso in cui gli apporti energetici e nutritivi delle porzioni alimentari non vengano sbilanciate ma, anzi, completate; oppure, in caso di un dispendio energetico elevato e un’eccessiva perdita di minerali tramite la sudorazione.
Ovviamente, avere un’alimentazione adeguata e fare attività sportiva regolarmente, al di là del livello a cui si fa, è anche molto benefico a livello salutistico, prevenendo così patologie croniche e non solo. Non a caso Ippocrate diceva che: “Se fossimo in grado di fornire a ciascuno la giusta dose di nutrimento ed esercizio fisico, né in eccesso né in difetto, avremmo trovato la strada per la salute”.
La scienza da tempo si concentra sul legame esistente tra attività fisica e stato di salute, dimostrando una relazione positiva tra frequenza, intensità e durata dell’attività, i cui risultati dipendono dal fatto che l’attività fisica influenza varie strutture e sistemi del nostro organismo, agendo sul sistema immunitario, metabolismo energetico, ormonale, salute mentale…insomma, su tutto il nostro corpo.
In conclusione, accostare l’attività sportiva ad un’adeguata alimentazione è importantissimo, per garantire non solo uno stato di salute ottimale, ma anche per assumere i corretti fabbisogni di macro e micronutrienti a coloro che sono impegnati ad un elevato esercizio fisico e agli sportivi professionisti.
Irene Ippolito
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