L’aborto è un diritto costituzionale: così la Francia scrive la storia
Una grande vittoria a pochi giorni dalla Giornata internazionale dei diritti della donna: il 4 marzo la Francia è diventata il primo paese al mondo a inserire il diritto all’Interruzione Volontaria della Gravidanza (IVG) nella propria Costituzione.
Nell’articolo 34 della carta costituzionale francese, riguardante i diritti di cittadine e cittadini, si legge ora anche che “la legge determina le condizioni in cui si esercita la libertà garantita alla donna di far ricorso a un’interruzione volontaria della gravidanza”.
La maggioranza necessaria per modificare la Costituzione – tre quinti del Parlamento – è stata raggiunta con facilità: tra i 925 parlamentari aventi diritto, 852 hanno espresso la loro preferenza; i voti a favore sono stati 780, i contrari 72.
L’annuncio di questa vincita è stato accolto da un lungo applauso del Congresso e dall’esultanza di migliaia di persone riunite alla Place du Trocadéro, dove un maxischermo era collegato in diretta con Versailles. Anche la Torre Eiffel si è vestita a festa, illuminata dalla scritta «mon corps, mon choix» (mio il corpo, mia la scelta).
L’aborto, legale in Francia dal 1975, non potrà più essere messo in discussione. L’esito positivo è il risultato di una lunga battaglia e di un dibattito politico divenuto fervente soprattutto negli ultimi anni, in particolare dopo la decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti di revocare, a livello federale, il diritto all’aborto.
In un momento storico in cui questo diritto fondamentale viene minacciato o continua a essere negato in tanti paesi, la Francia, come ha espresso il primo ministro Gabriel Attal, si fa “pioniera, fedele alla sua eredità di Paese faro dell’umanità”, e nella città delle luci si accendono barlumi di speranza.
Giulia Gennarelli
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