GenZ tra sostenibilità, Europa e moda: Davide Cappello vince il Premio Socialis
Davide Cappello è uno dei vincitori del Premio Socialis per la sostenibilità europea. Classe 2001, capelli ricci neri, sguardo fermo, così si presenta il ventiduenne durante la cerimonia di premiazione che si è tenuta l’1 dicembre scorso a Roma.
Studente dell’Università del Salento, è stato premiato per la sua tesi di laurea triennale su responsabilità sociale e sviluppo sostenibile.
A pochi mesi di distanza dal riconoscimento, Davide ci racconta cosa ha significato per lui la vittoria del premio, quali sono i suoi progetti futuri e qual è il valore della sostenibilità per la sua generazione.
Come hai cominciato a lavorare sul progetto di tesi?
Il tema della sostenibilità è un tema che mi ha affascinato durante tutto il percorso triennale all’Università del Salento, dove ho frequentato il corso in Management Digitale, studiando la gestione d’azienda, big data, fintech. Ho trovato professori molto disponibili e attenti al tema, grazie ai quali mi sono avvicinato agli ambiti della responsabilità sociale d’impresa e dello sviluppo sostenibile.
Hai preso parte ad altri progetti?
Utile nel mio percorso universitario è stato il CLAB (Contamination Lab) dell’Unisalento, un laboratorio di contaminazione di idee e saperi inteso come luogo fisico e virtuale di allenamento continuo per l’innovazione e la cultura imprenditoriale. Da dicembre 2023, frequento il master in Relazioni internazionali e made in Italy della Fondazione Italia-USA. Ho ricevuto una borsa di studio e il “Premio America Giovani per il talento universitario” durante la cerimonia di premiazione presso la Camera dei deputati a Roma il 29 gennaio.
Ti aspettavi di ricevere un riconoscimento come il Premio Socialis per le migliori tesi di laurea su CSR e sostenibilità?
Navigando su Internet dopo la laurea, cercai dei premi in tema Corporate social responsibility (CSR). Primo risultato della ricerca: l’ambito premio sociali. Decisi di partecipare, inviando CV e tesi. Alla tesi è stato assegnato il punteggio di 10/10. Ho preso un volo per Roma e l’1 dicembre ero all’Ara Pacis per la cerimonia di premiazione. Durante la cerimonia, sono stati selezionati tre vincitori e sono state fatte tre menzioni. Io sono rientrato tra i vincitori.
Il premio era inaspettato, così come la richiesta del rettore dell’Unisalento, Fabio Pollice, di incontrarmi per complimentarsi con me di persona. Sono stati momenti di grande soddisfazione e di incoraggiamento per proseguire con il massimo impegno e umiltà gli studi. Non mi aspettavo che il mio percorso a Lecce si concludesse con la menzione speciale alla carriera universitaria, ma è stata una qualifica che mi ha reso incredibilmente soddisfatto di quanto fatto nei tre anni.
E adesso?
Ora sono a Torino per la magistrale. Ho quasi terminato il primo anno e conto di laurearmi a luglio 2025. Qui frequento Economia e Management Internazionale, orientato all’import/export dei commerci esteri.
Sei un ragazzo giovane, quali sono i tuoi progetti a livello universitario?
A Torino, ho seguito il corso “Imprenditori #Gen-Next: Dai il via alla tua start-up di successo”, un percorso di tre incontri immersivi in cui partecipano 250 studenti, selezionati tra 7 università del Nord-Ovest, in cui si presentavano i criteri per fondare una start-up di successo, guidati dal presidente del Club degli Investitori, Giancarlo Rocchetti.
Tra gli imprenditori che hanno partecipato all’evento, mi hanno particolarmente colpito gli interventi di Chiara Ercole, ceo di Saclà, della professoressa dell’UniTo Paola de Bernardi, ed infine, di Camilla Colucci, under30 Forbes 2022, le quali hanno affrontato il tema della sostenibilità declinata sotto la lente dell’economia circolare. Le loro esperienze e i loro racconti mi hanno motivato ad approfondire gli argomenti della mia tesi, che spero rappresenti un trampolino di lancio verso il mio futuro.
Sei anche interessato all’applicazione della sostenibilità nella moda?
Esatto. Mi piacerebbe chiudere gli studi con un master sulla sostenibilità ambientale in ambito moda. Già adesso sto approfondendo questioni relative alle strategie di internazionalizzazione delle imprese e allo sfruttamento delle risorse energetiche in ambito europeo. Inoltre, vorrei partecipare anche al premio Lifebility for Humanities attraverso una graphic novel sull’impatto del fast fashion al giorno d’oggi.
Pensi di coniugare questi interessi nel tuo futuro lavorativo?
L’idea di avviare una start-up che operi in regime di economia circolare è forte e mi entusiasma. Per ora, punto a terminare entro l’estate il Master, svolgere il tirocinio curriculare in un’importante realtà aziendale e a laurearmi. Penso che prima di lanciarsi a capofitto in una propria attività, sia necessaria una prima esperienza in una società ben strutturata.
Infine, la mia famiglia è alla quarta generazione di una piccola azienda artigianale in provincia di Lecce che, puntando ad una nicchia del mercato calzaturiero, riesce ad esportare i suoi prodotti in tutto il mondo. Sto parlando di Fracap. In futuro non escludo la possibilità di entrare a farne parte.
Nella tua generazione riscontri la voglia di attivarsi per l’ambiente e la sostenibilità anche a livello europeo?
È ormai sempre più diffusa nella GenZ una mentalità del riciclo, della riduzione degli sprechi. Una persona di grande esperienza una volta mi disse che i nostri nonni sono vissuti nella povertà, mentre noi oggi viviamo nello spreco. Non era un rimprovero, anzi, era uno stimolo a prendere in mano la ricchezza economica che ci stanno lasciando in eredità, a saperla gestire e trasformare in qualcosa che abbia un impatto positivo.
Ci sono speranze?
Constato tra noi giovani un potenziale e una voglia di riscatto sociale, ambientale, etico. Oggi si può e si deve fare più che mai. Noi giovani siamo chiamati ad essere i protagonisti di questo cambiamento, ma non siamo soli. L’Unione Europea sostiene a pieno la riduzione dell’inquinamento e la salvaguardia del pianeta mediante strumenti normativi, finanziari e fiscali. In Francia il Parlamento ha proposto di tassare i capi del fast-fashion per scoraggiarne l’acquisto compulsivo. Le risorse naturali non sono infinte e rischiano di non essere più sufficienti a soddisfare l’incremento della popolazione mondiale. I danni sono evidenti, ma non si tratta di una sfida tra paesi, è un problema globale che deve essere affrontando unendo le forze tra generazioni e tra culture. Lo scopo è lasciare un mondo migliore di come lo abbiamo trovato.
Stefania Malerba
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In copertina: Foto Premio America Giovani per il talento universitario – Camera dei deputati