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Malandrini senza gloria

Un’altra recensione su Bastardi senza gloria non la reggo davvero.

No davvero, ragazzi, basta, abbiamo capito che vi piace Tarantino, che ha descritto dei falsi storici, che è un feticista dei piedi e che gli piacciono i film western.

BASTA, capito? Basta.

Il Tenente Aldo Raine incide un’altra svastica sulla fronte di quell’uomo. L’Orso Ebreo ammazza l’altro con la mazza da baseball, vola sangue, il cranio si spacca sotto il duro scontro con la mazza.

Le storie che ci hanno raccontato sulla Seconda guerra mondiale raggelano il sangue. Uomini, donne, persone morte solo per aver creduto in un dio, per soldi, per odio.

Odio.

L’odio dei Bastardi o, meglio, dei Basterds.

Esorcizzare l’odio e la paura tramite un film, questo è quello che fa Inglorious Basterds. Non aspettiamoci che questo sia stato lo stesso scopo di Quentin Tarantino, ma facciamo nostre le sensazioni e guardiamolo senza pensare alla guerra.

Così, forse, la guerra non è mai scoppiata, non sono morte persone innocenti, nessuna lucida follia ha rotto l’equilibrio del nostro mondo precario. Prendiamo tre bicchieri

https://www.youtube.com/watch?v=4dpLBM4rBPM

e beviamo alla salute del grottesco modo di raccontare di Tarantino.

Grottesca è la scena in cui Aldo Raine, i suoi e Bridget Von Hammersmark cercano di convincere Hans Landa di essere normali invitati alla prima del film “Orgoglio della nazione”, grottesca è Shosanna che incendia il suo cinema per vendetta, ma che muore prima di vedere l’atto compiuto.

Esorcizzare la guerra, renderla un semplice evento di cronaca, questo fa Tarantino. Ma noi ci siamo stufati di recensire questo film, troppe bocche, troppi aneddoti, Tarantino non è il panem et circenses del cinema, al massimo il pop-corn.

Quindi proviamo a dire a parole nostre cosa ci è piaciuto di Bastardi senza gloria, così, senza filtri:

  1. Il sorriso malefico di Hans Landa, un farabutto, uno stereotipo, un assassino pagato dallo Stato, mercenario e senza scrupoli con l’aria da gentleman.
  2. Il discorso d’esordio di Aldo Raine.

“I nazisti non hanno umanità. Sono i soldati di un pazzo che odia gli ebrei e pratica l’omicidio di massa e devono essere eliminati. Ecco perché ogni figlio di puttana che indossi un’uniforme nazista dovrà morire […] Saremo crudeli coi tedeschi e attraverso la crudeltà sapranno chi siamo. Troveranno la prova della nostra crudeltà sui corpi dei loro fratelli smembrati, dilaniati e sfigurati che ci lasceremo dietro. E allora i tedeschi non potranno fare a meno di immaginare le sevizie che i loro fratelli avranno subito per nostra mano, e con la punta dei nostri coltelli e col tacco dei nostri stivali. I tedeschi avranno paura di noi! I tedeschi parleranno di noi! I tedeschi avranno la nausea di noi! E la sera quando i tedeschi chiuderanno gli occhi, il senso di colpa li torturerà per il male che hanno fatto. Pensare a noi li torturerà più di tutto. Siamo d’accordo?!”

Crudele, bellissimo.

  1. L’attesa dell’Orso ebreo che batte la mazza nella caverna.
  2. La falsa gentilezza di un uomo orribile, Frederick Zoller.
  3. Ogni singolo gesto del tenente Archie Hicox, come fuma, come prende il bicchiere prima di morire e come si arrabbia.
  4. Lo stereotipo italiano nella scena dell’ingresso al cinema, démodé e superbo.
  5. L’idea che ti eri fatto dell’Orso ebreo, completamente smentita. Immaginavi un omone barbuto, forte e anche un po’ ottuso, invece lui è un ragazzo bello, incavolato e di stazza media con momenti addirittura comici.
  6. Il secondo di sdegno di Zoller mentre si osserva nel film a lui dedicato, quasi si disgusta e va via. Non sapremo mai se fosse effettivamente disgustato o, semplicemente, voglioso di raggiungere Shosanna.
  7. La morte di Shosanna, inaspettata.
  8. L’ultima scena, l’ultima svastica, il capolavoro di Aldo Raine.

E chi l’avrebbe mai detto che una svastica sarebbe potuta diventare un capolavoro?

Benedetta De Nicola

Disegno di Alberto De Vito Piscicelli

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Benedetta De Nicola

Prof. di lettere, attivista fan Marvel da sempre. Ho fondato La Testata e la curo tuttora come caporedattrice e art-director.
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