Masih Alinejad, voce per la libertà
Masih Alinejad è una giornalista, scrittrice e attivista per i diritti umani, nata in Iran, nella città di Ghomi Kola ed oggi residente negli Stati Uniti.
Fin da giovane, come giornalista, è stata critica nei confronti della teocrazia iraniana per le continue violazioni dei diritti umani, in particolare quelli delle donne, da sempre vessate e in una condizione di inferiorità.
Costretta ad andare in esilio prima in Inghilterra, dove ha conseguito la laurea in comunicazione presso la Oxford Brookes University e poi negli Stati Uniti dal 2009.
Pur avendo dovuto abbandonare il suo paese per ragioni di sicurezza, Masih Alinejad non ha mai smesso di far sentire forte la sua voce e denunciare la condizione delle donne in Iran, condizione che è stata ancor più chiara agli occhi del mondo dopo l’uccisione di Mahsa Amini nel 2022 e le conseguenti rivolte scoppiate in tutto il paese.
Un fiore bianco tra i folti e ricci capelli lasciati liberi al vento è il suo simbolo, un modo per ricordare la bellezza e la purezza ma soprattutto per ricordare la non violenza e la rivoluzione che le donne continuano a portare avanti con costanza contro l’oppressione di un regime sanguinario, che le costringe a tenere i capelli ben nascosti sotto l’hijab.
Sui social è tra le attiviste più seguite con circa 8,7 milioni di follower solo su Instagram, la sua voce fa tremare il regime di Teheran che ha cercato anche di rapirla a New York, dove vive sotto scorta e la sua famiglia in Iran ha subito ritorsioni a causa della sua attività.
Masih Alinejad è anche scrittrice, nel 2018 infatti ha avuto grande successo il suo libro The Wind in my hair, my fight for freedom in modern Iran, in cui tratta la sua storia e la situazione sociale e politica dell’Iran di oggi. Negli anni precedenti ha pubblicato altri tre libri Tahasson, I am free, La corona di spine e Gharar Sabz.
Di grande impatto è stata la pagina da lei creata su Facebook nel 2014, My Stealthy Freedom, in cui incoraggia le donne iraniane a combattere l’imposizione dell’ hijab, il velo che sono costrette ad indossare.
Nel 2022 è uscito al cinema un documentario sulla sua storia e attività dal titolo Be my voice.
Nella sua vita Masih è stata insignita di numerosi premi che testimoniano come la sua attività sia importante per le donne e la sua voce infonda coraggio e speranza di libertà. Nel 2015 a Ginevra le è stato conferito il Women’s Rights Award e nel 2022 l’ American Jewish Committee le ha consegnato il premio Moral Courage Award e nello stesso anno candidata al Nobel per la pace.
Il Time nel 2023 l’ha inserita tra le donne dell’anno, riconoscendo il suo attivismo con la motivazione:
“per l’impatto significativo avuto sulla comunità“.
Beatrice Gargiulo
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