“Odissea Cancellata” di Emilio Isgrò a Pompeii Theatrum mundi 2024
15 giugno 2024, seconda serata per “Odissea Cancellata” di Emilio Isgrò.
Alla rassegna 2024 “Pompeii Theatrum mundi” non mancano le sorprese.
Ieri sera, alle 21.00, con la regia di Giorgio Sangati e dalla penna di Emilio Isgrò, si è tenuta l’ultima serata dedicata a “Odissea Cancellata”, un’opera in cui Omero viene totalmente scomposto, cancellato e poi rimesso in un ordine soggettivo.
La suggestiva cornice del Teatro Grande situato al Parco Archeologico di Pompei, abbraccia con un gioco molto coinvolgente di luci e istallazioni in movimento, un’Odissea che non ci aspetteremmo.
Odisseo, steso sugli spalti, parla con un tono confuso, si interroga e mescola i ricordi. Il pubblico si interroga sulla sua natura, appare come un personaggio beckettiano, la cui esistenza ubriaca insiste su pochi fondamenti: Agamennone, Menelao non gli consentirono di scegliere, l’otre di Eolo non fu all’altezza di contenere tutti i venti e Nessuno non è esistito mai, solo Odisseo o, per dirla “come farebbe la CNN” (ndr si tratta di una citazione dallo spettacolo), Ulisse non è mai stato vivo.
Luciano Roman, Odisseo, imposta un tono di voce coinvolgente, sale a fatica, steso, mai umano, gradino per gradino e ci trasmette un disagio globale, come un verme si illude di poter essere la guida per i nani. Sei personaggi che si alternano, che di tanto in tanto scompaiono e riappaiono vestiti di altre maschere. Clara Bocchino, Francesco Cercola, Eleonora Fardella, Francesca Fedeli, Gialuigi Montagnaro e Antonio Turco sono vestiti con gli stessi abiti con sui siamo abituati a vedere Greta Thunberg, si avvicendano nei loro discorsi con cui collegano una scena alla segente. Un plauso soggettivo va a Francesca Fedeli che in un momento si distacca dal coro e riappare come Penelope. La sua interpretazione cattura qualche minuto di assoluto coinvolgimento, forse è il mix meno “cancellato” di questa Odissea, dove la giovane donna recita di cuore il dolore e la consapevolezza di una consorte abbandonata prima ancora di essere sedotta.
Le dinamiche sono facili da perdere nel mare magnum di informazioni che l’autore ci destina, ma è chiarissimo il sentimento esistenzialista di disagio che ci trasmette.
E Isgrò si siede alle pendici degli spalti, in nero e cieco, identificabile e per tutto il tempo cancella un libro che presumiamo essere il poema omerico. I narratori sono molteplici, la voce del coro come narratore interno corale e soggettivo, Ulisse, quale testimone di se stesso e poi, ancora, Penelope, Nausicaa, Circe e Polifemo che negli spazi in cui si avvicendano, ci forniscono la propria versone delle cose. Finiamo, così, per domandarci con chi essi stiano dialogando, uscendo da quella cornice meravigliosa con molte domande e tante sensazioni.
“Odissea Cancellata” non è per un pubblico ampio, non è per pochi, è un’opera nella quale l’autore ha sperimentato se stesso e le proprie emozioni che, all’uscita, lascia un pubblico a disquisire dell’accaduto.
E non è forse questo il fine ultimo dell’arte?
Foto di Ivan Nocera dal sito: https://teatrodinapoli.it/evento/odissea-cancellata/#gallery/3432b8de327d0b6f0af2f2293b60d3c0/5517
Apri il link per maggiori info sugli spettacolo della rassegna
Benedetta De Nicola