Serena Bortone e la Rai: controversie, sospensioni e il timore del confronto politico
Il 20 aprile 2024, durante il programma di Serena Bortone “CheSarà” su Rai3, era prevista la partecipazione di Antonio Scurati con un monologo sul 25 aprile. Ma come sappiamo, la Rai ha cancellato tutto all’ultimo momento, motivando con ragioni editoriali.
Serena Bortone ha subito protestato sui social e ha preso una decisione audace: ha letto comunque il monologo di Scurati durante la trasmissione, d’accordo con lui. Ora, dopo due mesi e mezzo, ci sono nuovi sviluppi sul caso Scurati-Bortone
La Rai sanzione Serena Bortone per 6 giorni
Come si dice nelle puntate precedenti… Sì, perché alla fine sembra essere diventato una sorta di serie TV dove si attende la nuova puntata, ma la situazione sta sfuggendo di mano. La Rai ha deciso di sanzionare la giornalista Serena Bortone con una sospensione di 6 giorni.
È una mossa che molti si aspettavano o sospettavano sarebbe accaduta, considerando che Bortone non può essere licenziata come caporedattrice avendo un contratto a tempo indeterminato. Quindi, che cosa è stato fatto? Hanno trovato un modo per renderla in qualche modo marginale: prima è stata rimossa dal palinsesto di CheSarà, per poi essere inserita in un nuovo programma che partirà a settembre, dove però non potrà trattare argomenti politici. Ora la pena è stata stabilita: sospensione per 6 giorni dalla Rai e da tutti i programmi.
Alcuni sostenitori nostalgici delle idee politiche potrebbero ritenere che sia stata la decisione giusta, mentre altri pensano che non abbia alcun senso. Ad ogni modo sembra che l’azienda abbia preferito privilegiare una parte anziché considerare l’intero. Il pubblico della Rai dovrebbe essere omogeneo, ma con tali azioni difficilmente lo sarà mai.
L’Usigrai risponde: critica alla sospensione di Serena Bortone
La risposta dell’Usigrai non si è fatta attendere e ha definito la sospensione di Serena Bortone una mossa di ritorsione ingiustificata. La sanzione è inaccettabile e motivata più da un desiderio di punizione che dalla comprensione degli eventi che hanno portato alla controversia sul monologo di Antonio Scurati in televisione.
Usigrai ritiene che siano state scaricate delle responsabilità su Serena Bortone, una giornalista competente ed equilibrata all’interno dell’azienda, mentre il vero problema risiede nelle disfunzioni interne e nella mancanza di una leadership aziendale efficace. Il sindacato ha sottolineato: “Il repentino cambiamento delle dichiarazioni della Presidente Soldi e l’AD Sergio, che ha pubblicamente evocato il licenziamento di Serena Bortone, sono il sintomo più chiaro del clima attuale all’interno della Rai“.
Usigrai si sta impegnando nel difendere in ogni contesto la reputazione etica e professionale di Serena Bortone e di tutti i dipendenti coinvolti in situazioni simili, criticando i vertici aziendali che, secondo il sindacato, dovrebbero essere responsabili non solo delle loro azioni, ma anche delle strutture sotto la loro gestione.
Serena Bortone contro le sanzioni Rai
Usigrai non si sbaglia nel denunciare la gestione scorretta e la mancanza di trasparenza e equità all’interno della Rai.
Perché non si sbaglia? Ricordiamo che Serena Bortone ha dichiarato tempo fa, il 6 maggio scorso, di non aver ancora ricevuto una spiegazione chiara sul motivo dell’annullamento del contratto di Antonio Scurati. Inizialmente si era parlato di una promozione della sua ultima graphic novel, ma questa motivazione è stata smentita da Feltrinelli, l’editore dello scrittore, mettendo in discussione la decisione dell’azienda.
Nonostante l’annullamento del contratto, Bortone ha deciso di leggere comunque il testo dello scrittore, ritenendo importante la sua partecipazione, nonostante le circostanze. In aggiunta, il direttore Roberto Sergio ha inviato un messaggio a Bortone assicurando che non vi fossero impedimenti rispetto alla lettura del testo.
Lo stesso Roberto Sergio, nelle ultime settimane, ha dichiarato che Serena Bortone “doveva essere licenziata dalla Rai” secondo le norme aziendali vigenti, accentuando ulteriormente la controversia sulla gestione interna dell’azienda.
Serena Bortone ha deciso dunque di impugnare il provvedimento di sospensione adottato dalla Rai. Il suo legale ha presentato controdeduzioni nel corso del procedimento disciplinare, sostenendo che non ci siano presupposti validi per giustificare la sanzione inflitta.
Questo atto di impugnazione evidenzia chiaramente la determinazione di Bortone nel difendere la sua reputazione e i suoi diritti professionali, contestando ciò che percepisce come un trattamento ingiusto o insufficientemente motivato da parte dell’azienda televisiva.
Il timore del confronto
Diciamoci la verità: la Rai non ha voglia di confrontarsi. Ha paura di affrontare persone con idee politiche diverse, teme il confronto e il rischio di fare brutte figure. E cosa fa? Elimina tutte le possibili cause di imbarazzo, come sta facendo ora con Serena Bortone. Ma è proprio in questa situazione che la Rai sta facendo una brutta figuraccia.
Non ci resta che attendere le nuove puntate di Viale Mazzini, che ormai sembra aver perso credibilità.
Arianna D’Angelo
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