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Il New York Times ha decretato il miglior libro del 21°secolo: L’amica geniale di Elena Ferrante

Una giuria di ben 503 – con molti volti noti: Stephen King, Claudia Rankine, James Patterson, Sarah Jessica Parker – tra autori, critici letterari e docenti è stata chiamata dal New York Times a creare una loro personalissima top 10 dei migliori libri dell’ultimo 25ennio.

L’Italia vince a mani bassi con l’enigmatica Elena Ferrante: il suo “L’amica geniale” ha riscosso il maggior numero di votazioni, ed è difatti stato decretato come il più bel libro del millennio – finora -. Nella top 100 ci sono altri 2 suoi romanzi: al novantaduesimo posto c’è “I giorni dell’abbandono” (2002) e all’ottantesimo posto c’è “Storia della bambina perduta” (2014).

The 100 Best Books of the 21st Century

La lista “The 100 Best Books of 21st Century” è una classifica stilata dal quotidiano New York Times che elenca i migliori libri pubblicati del XXI secolo. Questa lista è stata creata per celebrare le opere – saggi, romanzi, poesie – che hanno avuto un grosso impatto non solo dal punto di vista letterario, ma anche per la propria capacità di influenzare il panorama culturale e la società. Non solo bestseller, vincitori di premi letterari o fenomeni di vendita; i criteri di selezioni sono molteplici e nulla hanno a che vedere con i classici valori di mercato. I libri nella The 100 best books of 21st Century son libri che hanno “fatto la storia”, che hanno lasciato al mondo un’eredità culturale.

“Ci auguriamo tu sia ispirato e abbagliato come noi”.

L’Amica Geniale

Pubblicato nel 2011 dalla casa editrice E/O, il romanzo è ambientato nella Napoli degli anni ’50 e ’60. Primo della quadrilogia – da cui è tratta anche la serie TV – segue l’amicizia e l’antagonismo tra due giovani donne, Elena Greco – detta Lenù – e Raffaella Cerullo – detta Lila -. Un romanzo dove la società viene esplorata fin nelle viscere, dove il mondo cambia e resta immutato, dove famiglia e amore divengono un lusso, dove felicità e serenità son pesanti e affannano i protagonisti e il lettore come una scopata violenta.

Lenù e Lila sono così diverse eppure entrambe sono infelici, entrambe sono succubi di ciò che qualcun altro decide per loro, entrambe sono artefici e vittime.

Leggere questo romanzo intransigente e indimenticabile è come andare in bicicletta sulla ghiaia: è ghiaioso, scivoloso e snervante, tutto allo stesso tempo”.

Un lancio nel vuoto, un urlo contro il mare di notte, un raggio di luna ad abbagliare la notte buia.

Elena Ferrante?

Nonostante la fama mondiale – si stima abbia venduto oltre 18 milioni di copie dei suoi romanzi in tutto il mondo – resta in anonimato. Donna o uomo che sia, pseudonimo o meno, è stata nell’anno 2016 per il Time Magazine una tra le 100 persone più influenti del mondo: la sua esplorazione del patriarcato, della violenza, della figura della donna, sono i tratti che la contraddistinguono dai suoi colleghi contemporanei; a discapito delle vendite e delle strategie di marketing attorno ai libri, dal 1992 è fedele a sé stessa, mai banale e mai scontata. Elena Ferrante è solo Elena Ferrante, una persona senza volto e senza pretese. All’alba della pubblicazione de “L’amore molesto” inviò al suo editore una missiva nella quale scrisse:

“Credo che i libri, una volta scritti, non abbiano bisogno dei loro autori. Se hanno qualcosa da dire, prima o poi troveranno lettori; altrimenti, non li troveranno… Amo molto quei volumi misteriosi, antichi e moderni, che non hanno un autore definito ma hanno avuto e continuano ad avere una vita propria e intensa. Mi sembrano una specie di miracolo notturno, come i doni della Befana, che aspettavo da bambino… I veri miracoli sono quelli di cui non si conosceranno gli artefici“.

Da “Women on the verge – the fiction of Elena Ferrante” di James Wood su The New Yorker.

Antonietta Della Femina

Leggi anche: Elena (F)errante: L’amore molesto in un rapporto di amore e odio

Antonietta Della Femina

Classe ’95; laureata in scienze giuridiche, è giornalista pubblicista. Ha imparato prima a leggere e scrivere e poi a parlare. Alcuni i riconoscimenti e le pubblicazioni, anche internazionali. Ripete a sé e al mondo: “meglio un uccello libero, che un re prigioniero”. L’arte è la sua fuga dal mondo.
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