Castrazione chirurgica? La Louisiana approva la legge per i colpevoli di reati sessuali
Esigenze mediche, dilemmi etici e controversie legali: la Louisiana è il primo stato a stelle e strisce a consentire la castrazione chirurgica per i colpevoli di crimini sessuali nei confronti di minori di 13 anni.
La legge che entrerà in vigore dal primo agosto 2024 concede ai giudici di ordinare tale pena e qualora il condannato si volesse rifiutare di sottoporsi all’intervento, verrebbe condannato a un’ ulteriore pena detentiva dai 3 ai 5 anni.
CASTRAZIONE CHIRURGICA
La castrazione chirurgica, o orchiectomia, è una procedura medica molto invasiva che comporta significative conseguenze fisiche, nonché psicologiche. La procedura chirurgica prevede un’incisione nella parte inferiore dell’addome o nello scroto: i testicoli vengono rimossi e i cordoni spermatici vengono legati. A livello fisiologico vi è una perdita della produzione di testosterone, l’ormone sessuale maschile, e una successiva irreversibile infertilità. A livello psicologico rappresenta ancora un grosso tabù: l’immagine di sé e la propria autostima sono influenzati notevolmente ed è consigliato difatti avere un supporto professionale per gestire le consegne dell’intervento.
E I DIRITTI UMANI?
La castrazione chirurgica, essendo una pratica definitiva, è una tipologia di intervento da ponderare bene, in ogni caso. Spesso praticata in casi su tumori o di disfunzioni ormonali gravi, suscita indignazione e punti di domanda quando se ne parla riguardo crimini di violenza sessuale. Ma quando e come i diritti umani possono essere violati? Può un uomo – stupratore – avere gli stessi diritti di un uomo ligio alle regole? E se altro non è che un deterrente? La castrazione chirurgica è considerata una violazione dell’integrità corporea di un individuo e forzare qualcuno a subirne l’intervento può essere visto come un trattamento ai limiti dell’umanità, violando esso convenzioni internazionali, tra le quali la Convenzione europea dei diritti dell’uomo. La linea tra giusto e sbagliato è sottile. Da una parte la rabbia e l’indignazione, dall’altra l’umanità…
CONCLUSIONI
Seppur già praticata su soggetti malati, resta ad oggi una pratica disumana nei confronti di soggetti colpevoli di violenza. È da valutare un approccio più umano e riabilitativo nel rispetto della dignità e dei diritti dell’uomo in quanto essere vivente. La castrazione chirurgica non è la soluzione: la salute mentale dovrebbe essere ben più ascoltata; la sicurezza pubblica e l’equilibrio delle parti dovrebbe essere garantito e promosso dallo stato. Secondo il dottor Maaike Helmus, professore associato della School of criminology della Simon Fraser dell’università di Vancouver:
“Nella nostra mente è facile collegare la castrazione al problema che stanno manifestando e pensare che questo lo risolverà, ma si tratta di fare un sacco di salti di logica che non sono giustificati, e di non considerare altre alternative”
L’opinione pubblica, ma la stessa nostra coscienza è scossa e i pensieri al riguardo sono difficili da decifrare… Se da una parte si vuol trovare una soluzione ai sempre maggiori casi di stupro su minori, dall’altro si corre il rischio di diventare carnefici degli stessi carnefici e innescare un loop infinito di sofferenza. Seguiranno aggiornamenti.
Antonietta Della Femina
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