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Aggressione omofoba a Roma. Il mondo non è un posto sicuro per tuttə

Ennesima aggressione omofoba in Italia.


Stavolta a Roma, all’Eur, la notte del 14 luglio 2024.

Due ragazzi stavano attraversando la strada mano nella mano. Passa una Panda ad alta velocità, quasi investendoli, e mai loro avrebbero immaginato che quella macchina si sarebbe fermata vomitando fuori i loro aggressori. 

Dal veicolo scendono due ragazzi ed una ragazza che rincorrono i due giovani fino a raggiungerli.
Li picchiano brutalmente con calci, pugni e perfino frustate di cinture; il tutto mentre urlano slur omofobi e pieni d’odio, ovviamente, per accompagnare vocalmente la loro violenza.

Il caos attira molte persone. Per molto tempo NESSUNO interviene.
Alcuni finalmente chiamano i soccorsi, poi la fine: si avvicinano delle persone che tentano di fermare gli aggressori.

Lascio il link del video qui. Non per una ulteriore spettacolarizzazione della violenza, ma affinché l’odio ci smuova sempre una grande rabbia. Non abituiamoci mai all’odio, alla violenza, alla crudeltà. Facciamo sempre il possibile quando possiamo. Tendiamo le mani.

Il sindaco Gualtieri ha definito l’episodio “intollerabile e da atteggiamento criminale” ed i due giovani hanno denunciato l’accaduto alla polizia e al Gay Center.


“Siamo stanchi di dover avere paura di passeggiare mano nella mano, di guardarci continuamente alle spalle, di vivere con l’ansia costante di essere vittime di atti insensati” hanno dichiarato le due vittime, e ancora “Oltre al dolore fisico del pestaggio, ci ha ferito profondamente l’indifferenza di chi ha assistito alla scena. Anziché intervenire per aiutarci, queste persone hanno preferito filmare l’accaduto e pubblicarlo sui social, beffandosi del nostro dolore. Rivedendo il video, siamo rimasti sconvolti dalla ferocia con cui siamo stati attaccati”. 

I due ragazzi sono estremamente scossi psicologicamente, come si può ben immaginare. Fortunatamente non hanno riportato ferite fisiche gravi.
Gli aggressori non sono ancora stati trovati.

La domanda che sorge è: quando li troveranno, quale sarà la loro punizione?
Come verrà punita la loro violenza inaudita e crudele?
Ci troveremo, ancora una volta, davanti ad una brutalità che resterà impunita? O verrà davvero fatto qualcosa per tentare di dare un briciolo di giustizia a questi due ragazzi?

È difficile rispondere a questa domanda. Forse è impossibile.
In Italia non ci sono leggi per la tutela della comunità lgbtq+ contro i crimini d’odio e gli atti discriminatori.
I diritti delle persone queer sono meno tutelati in Italia rispetto ad altri paesi dell’Europa Occidentale.
Vi è una lunghissima lista di proposte legislative non approvate, ed ogni passo in avanti è sempre troppo, troppo piccolo.
I cittadini queer italiani sono costretti dal loro stesso paese ad affrontare una marea di ostacoli.
Discriminazioni legali, burocratiche, civili, sociali, lavorative. Ogni persona queer qui in Italia deve lottare con le unghie e con i denti senza sosta per tentare di avere ciò che nell’eteronormatività è già scontato e garantito. 

Anche passeggiare per strada mano nella mano senza essere selvaggiamente pestati.

Perché?
Ancora una volta, la risposta non c’è.
Che derivi da estrema ignoranza o crudele odio, la comunità queer è stanca di ricevere punizioni senza aver mai avuto alcuna colpa.

Ma resiste. Resiste sempre.
Per quanto la situazione qui in Italia sia disastrosa, ci sono sempre delle crepe da dove entra la luce. Associazioni, centri di aiuto, case lgbtq+ e tante, tantissime, infinite persone che lottano e continueranno sempre a farlo. Perché poter essere chi siamo ci libera.
Perché è vero che il mondo non è uguale per tuttə. Ma l’amore sì. 

Se sei vittima di violenza omotransfobica, contatta la Gay Help Line al numero verde 800713713 (attivo dalle 16.00 alle 20.00), attivo su tutto il territorio nazionale. 

Marcella Cacciapuoti

Leggi anche: Legge contro l’omofobia in Svizzera: gli omofobi come i razzisti / Caserta ed Atripalda: chiude il centro antidiscriminazione

Fonte immagine: L’Espresso

Marcella Cacciapuoti

Classe 2001. Laureata in lettere moderne e studentessa di filologia moderna. Scrivo, leggo, e sogno un dottorato in linguistica. Mi chiamo Marcella e sono in continua evoluzione. Innamorata delle parole e affamata di pace. Racconto le storie degli altri per trovare la mia.
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