L’oroscopo ci è andato in Testa: quel Leone di Carla Fracci
«È stata una vita bella, non mi posso lamentare», racconta Carla Fracci durante in una delle ultime interviste a La vita in diretta.
«Sebbene mi lamenti spesso», ha aggiunto dopo un attimo di silenzio, strappandomi un sorriso.
Per ripercorrere la sua biografia ho guardato tutte le interviste che sono riuscita a trovare online, dagli spezzoni di programmi televisivi ancora in bianco e nero alle interviste più recenti, e c’è una cosa di lei che mi ha colpito più di tutte: definita dal New York Times “prima ballerina assoluta”, ha conquistato giovanissima una fama internazionale, lavorato con le più importanti compagnie di balletto straniere, ha diretto il corpo di ballo del teatro San Carlo di Napoli, quello dell’Arena di Verona e quello dell’Opera di Roma, ha girato il mondo, conosciuto grandissime personalità dello spettacolo, ha recitato al cinema e in televisione ed è stata persino assessorA – e pazienza, rischierò la multa – alla Cultura, e tutto questo lo racconta come se il fatto non fosse il suo.
«Ah sì, quella volta che Rudi (Rudolf Nurayev) mi ha fatto preparare il balletto dello Schiaccianoci in tre giorni»; «Ah sì, questa è la foto che mi ha fatto Armani per il passaporto», «Qual era quell’isola in cui Eduardo De Filippo mi invitava per andare in vacanza? Forse Ponza…», il tutto pronunciato con dolcezza composta, con l’umiltà di chi non aveva niente e sa di essersi costruita tutto.
Non una sola volta si è scomposta davanti alle adulazioni e non si è mai vantata dei suoi successi, pur andandone estremamente orgogliosa. Almeno, questa è l’impressione che ho avuto ascoltando le sue parole. Non c’è nulla di ciò che ha fatto che non si sia guadagnata con impegno, perseveranza e con un po’ di faccia tosta.
Qui devo ammettere la mia ignoranza, perché di Carla Fracci non sapevo nulla se non l’ovvio e ho scelto di raccontarne la biografia solo perché è apparsa nelle mie ricerche di “personaggi famosi nati sotto il segno del Leone”. Volevo raccontare dodici biografie, una per ogni segno zodiacale e volevo partire proprio da questo agosto. E così: Carla Fracci. Non avevo però fatto i conti con la sua data di nascita, il 20 agosto 1936.
L’estate ha appena cominciato a finire, il sole è ancora in Leone, ma tra pochi giorni arriverà dalla Vergine. E se il Leone ci mette la passione e la Vergine ci mette il metodo, e se il Leone ci mette la potenza e la Vergine ci mette la dolcezza, e se il Leone ci mette il coraggio e la Vergine ci mette il giudizio, allora viene fuori Carla Fracci. Carla ha amato essere la Protagonista sulla scena del balletto italiano e ha sempre preso sul serio il suo ruolo. Non di sacrificio, parlava, ma di una scelta consapevole: non aveva paura di passare attraverso la fatica, le difficoltà e talvolta anche il dolore per fare il suo lavoro, il lavoro che aveva scelto e che portava avanti con professionalità e serietà, senza mai adagiarsi su quel piedistallo dove era riuscita ad arrivare, perché voleva continuare a meritarlo giorno dopo giorno.
Non racconterò in questa sede la sua biografia, un po’ perché in un solo articolo non riuscirei a darle giustizia, un po’ perché da brava Leone con manie di controllo e con uno sconfinato amore verso sé stessa, la biografia se l’è scritta da sola e sicuramente ha raccontato la sua vita con più accuratezza di quanto potrei mai fare io. Vorrei però soffermarmi su due episodi che mi hanno particolarmente colpita e che mi hanno fatto pensare “è proprio un Leone” e “Carla Fracci, insegnami”.
La faccia tosta, Carla Fracci l’ha cacciata da giovanissima e proprio in occasione di Cenerentola, il suo primo ruolo importante. Era il 1955 e Carla era la sostituta di Violette Verdy, la prima ballerina dell’Opera di Parigi, che durante le prove fu richiamata in Francia. L’assenza della protagonista generò scompiglio, perché Carla ancora non aveva esperienza e nessuno la credeva all’altezza di quel ruolo. Si pensava di chiamare un’altra ballerina, ma a Carla questa scelta non andava proprio giù. Quel ruolo le spettava e s’impuntò: «Se non mi mettete alla prova, non saprete mai se sono in grado o meno». È così che Carla Fracci fa il suo ingresso nel mondo dello spettacolo, con fiducia, orgoglio e una piccola dose di incoscienza, che non fa mai male. Mi sono chiesta quante volte siamo noi stessi a dirci “non ho esperienza, non posso farlo”. Quante volte dovremmo invece chiederci “come faccio a saperlo se non ci provo?”.
«Hai scoperto cos’è il coraggio», le ha detto Rudolf Nurayev quando quel famoso Schiaccianoci preparato in tre giorni alla fine si rivelò un successo. Non potremo mai sapere se davvero Carla Fracci abbia scoperto il coraggio quel giorno, o sia stato proprio il suo coraggio a spingerla a provarci comunque, passo dopo passo, nonostante i pochi giorni a disposizione delle prove. Sicuramente con coraggio e con amore, Carla Fracci ha lottato affinché l’arte, la danza e il teatro fossero rispettati e tutelati. Lo ha fatto da giovane, chiedendo di abbassare il suo cachet in favore di artisti meno famosi, nonostante sia stata aspramente criticata per questa scelta; lo ha fatto spesso in televisione, denunciando la poca cura che le istituzioni riservavano al teatro; lo ha fatto quando, impulsiva e audace, affrontò pubblicamente Alemanno, allora sindaco di Roma, sui tagli imposti allo spettacolo quando rivolse un appello a Giorgio Napolitano contro lo smantellamento dei Corpi da Ballo dalle fondazioni liriche.
Perché come ogni Leone che si rispetti, Carla Fracci voleva cambiare il mondo e in un certo senso c’è anche riuscita, portando la danza fuori dai teatri, in televisione, in chiesa, nelle piazze e nei tendoni. «L’importante è che la gente veda la danza», ripeteva.
Ho letto spesso scritto di lei che ha passato “la vita in punta di piedi”, ma, per quanto giudicasse la danza indispensabile, in punta di piedi Carla Fracci ci stava solo per danzare, mentre quando lo ha ritenuto necessario i piedi li ha sbattuti a terra con tutte le piante per fare rumore. Come ogni Leone che si rispetti, aveva immensa grazia ed eleganza, ma anche artigli taglienti e fragorosi ruggiti.
Nadia Rosato
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