Perché i Paesi ospitanti vincono più del solito alle Olimpiadi?
La primissima edizione dei Giochi Olimpici, disputati ad Atene nel 1896, la Grecia fu il Paese che ottenne più medaglie con quota 47. All’edizione successiva, disputata a Parigi nel 1900, fu la Francia ad ottenerne di più con 101 e ci sono davvero tante altre dimostrazioni per cui il Paese che ospita le Olimpiadi ha ottenuto il numero più alto di medaglie rispetto agli altri. Ma perché ciò accade?
In linea generale, i paesi che ospitano i Giochi Olimpici vincono più medaglie di quante ne vincano di solito, vincendone circa il 50 per cento in più rispetto all’edizione precedente e a quella successiva.
È una situazione studiata da tempo, dovuta da diversi fattori, tra cui l’effetto benefico del maggiore sostegno del pubblico agli atleti e alle atlete del paese ospitante, ma non solo.
I dati storici sono in parte influenzati dalle Olimpiadi di Mosca del 1980, che gli Stati Uniti e altri 65 paesi boicottarono contro l’invasione sovietica dell’Afghanistan. L’evento lasciò gli atleti del paese ospitante una concorrenza nettamente inferiore, permettendo loro di conquistare 195 medaglie, 70 in più rispetto all’edizione precedente.
Una situazione analoga avvenne quattro anni dopo, quando il boicottaggio delle Olimpiadi di Los Angeles del 1984 da parte dell’Unione Sovietica favorì gli Stati Uniti, che vinsero 174 medaglie, 80 in più all’edizione del 1976.
Ci fu un altro squilibrio significativo nelle statistiche, evidenziato in un grafico del sito The Conversation, legato alle prime edizioni dei Giochi Olimpici, iniziati nel 1896.
Erano coinvolti principalmente atleti ed atlete provenienti dal paese ospitante, in quanto era più difficile per chiunque spostarsi nel mondo, e questo si ripercuoteva inevitabilmente sui risultati. I Giochi di St. Louis del 1904 furono le più sbilanciate della storia: l’84 per cento dei partecipanti e l’89 per cento di chi vinse medaglie erano statunitensi.
Affinché gli effetti distorsivi delle prime edizioni e di quelle boicottate vengano ridotti, nel 2016 il sito di news e statistiche FiveThirtyEight fece una stima prendendo in considerazione le edizioni delle Olimpiadi estive disputate dal 1952 al 2012, escludendo quelle del 1980 e del 1984.
Nonostante le esclusioni, i dati emersi dalla stima fatta dal sito indicavano che l’aumento medio del numero complessivo di medaglie vinte dai paesi ospitanti era 12,2, mentre delle medaglie d’oro era del 6,8.
Questa tendenza è legata al fatto che i criteri di partecipazione per gli atleti e atlete del paese ospitante sono meno restrittivi. Per quanto riguarda gli sport di squadra, la nazionale del paese ospitante è qualificata di diritto, e anche gli sport individuali hanno la qualificazione più agevolata.
Un fattore che influisce le prestazioni sportive delle atlete e degli atleti, influendo le probabilità di vittoria, è il sostegno del pubblico, composto principalmente da persone del paese ospitante. Può influire sulle prestazioni anche la necessità di adattamento al clima, all’alimentazione e ai diversi orari rispetto al proprio paese.
Vista la popolarità globale delle Olimpiadi e la quantità di investimenti richiesti per organizzarle, i paesi ospitanti cercano di aumentare gli investimenti nella preparazione atletica prima delle Olimpiadi affinché gli atleti facciano una bella figura anche sul piano dei risultati sportivi.
Un importante vantaggio per i paesi ospitanti, inserito solo di recente, è la possibilità per il comitato nazionale di proporre nuovi sport all’interno del programma. È una regola che è stata introdotta dal CIO nel 2016 e implementata a Tokyo 2020 per la prima volta, dove ci furono per la prima volta competizioni di skateboard, karate, arrampicata sportiva e surf, tutti sport popolari in Giappone e dove riuscì a vincere 5 medaglie su 12 nello skateboard, 3 su 8 nel karate e 2 su 6 nel surf e arrampicata sportiva.
Irene Ippolito
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