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Non fare lo struzzo! Chi sceglie consapevolmente l’ignoranza

Le persone, spesso, non amano sapere le conseguenze delle proprie azioni.

Scegliere intenzionalmente l’ignoranza, o compiere la cosiddetta “mossa dello struzzo”, significa preferire non conoscere le conseguenze delle proprie azioni per evitarne la responsabilità. Un modo per autoassolversi dalle proprie scelte, soprattutto da quelle discutibili.

Proprio come gli struzzi, quando ci sentiamo indifesi ma contemporaneamente dobbiamo affrontare delle responsabilità, nascondiamo la testa sotto la sabbia pensando di essere invisibili e, quindi, di poter schivare il pericolo. Tutti abbiamo detto, almeno una volta nella vita, la frase tanto comoda quanto lapidaria «preferisco non sapere», nascondendo la testa sotto la sabbia per metterci al riparo dai pericoli e dalle conseguenze delle nostre azioni. 

Questo tipo di comportamento ricorda anche quell’atteggiamento tipico dei bambini piccoli che, al buio della propria stanza e per paura dei mostri, nascondono la testolina sotto il lenzuolo. Se io non vedo il mostro, il mostro non mi vede.

Allo stesso modo, gli adulti hanno la tendenza di evitare tutta quella serie di informazioni che reputano spiacevoli. Insomma, anche da adulti facciamo gli struzzi con la testa ben nascosta sotto la sabbia: come si dice, lontano dagli occhi, lontano dal cuore (e dalla consapevolezza). 

Si parla di ignoranza intenzionale perché questo comportamento è agito consapevolmente e volontariamente. Inoltre, anche se non ce ne rendiamo sempre conto, succede ripetutamente nel corso della vita quotidiana di tutti noi. Faccio qualche esempio:  

  • Facciamo gli struzzi tutte le volte che acquistiamo qualcosa e non ci interroghiamo sulle origini (etiche o problematiche che siano) del prodotto; 
  • Mettiamo la testa sotto la sabbia quando ignoriamo i sintomi di una malattia, sperando che scompaia da sola; 
  • Usiamo l’ignoranza consapevole quando evitiamo di confrontarci con gli effetti del cambiamento climatico
  • Siamo struzzi quando ignoriamo le problematiche di coppia, sperando che la situazione migliori da sola; 
  • Ma anche quando evitiamo di affrontare le difficoltà quotidiane (finanziarie, personali, scolastiche e così via) e procrastiniamo la soluzione ai problemi. 

L’ignoranza intenzionale è un modo di agire egoisticamente: infatti, chi si interroga sulle conseguenze delle proprie azioni tende ad essere una persona generosa, altruistica ed orientata agli altri. L’obiettivo della mossa dello struzzo è sempre quella di mantenere un’immagine positiva di sé stessi, da sfoggiare con gli altri ma anche da auto-percepire: quindi l’ignoranza intenzionale serve a non interessarsi alle conseguenze, senza che di fatto si agisca in modo altruistico, mantenendo una facciata positiva

A volte fanno la mossa dello struzzo persone accondiscendenti, che non vedono i difetti degli altri e la pericolosità delle situazioni. Sono persone poco inclini al confronto, deboli e insicure di fronte alle scelte, che cercano solo il consenso degli altri. Altre volte, invece, gli struzzi rifiutano il senso di responsabilità personale e sociale, continuando a rimpallare le proprie responsabilità agli altri (se non, addirittura, al destino). 

In ogni caso, ignorare consapevolmente significa evitare i problemi, cercando consensi tra chi circonda lo struzzo in questione: gli animi vengono smorzati o il problema viene sminuito. 

Ma la verità è che la resa dei conti c’è sempre e dobbiamo rendere conto delle nostre azioni, anche se nascondiamo la testa sotto la sabbia. 

Si può evitare di fare lo struzzo? In realtà sì.

  • Accettando le sfide, anche le più difficili; 
  • Considerandole come opportunità di crescita e non come ostacoli insormontabili; 
  • Condividendo con gli altri non solo i successi personali, ma anche gli insuccessi
  • Ascoltando in modo non giudicante
  • Non avendo paura delle differenze e del giudizio altrui; 
  • Chiedendo aiuto senza avere paura di subire delle critiche; 
  • Ricordandosi che siamo esseri portati al fallimento: l’uomo non può fare miracoli, ma può procedere per tentativi ed errori

Elisabetta Carbone


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Elisabetta Carbone

Sono Elisabetta Carbone, classe ’93, milanese di nascita ma cittadina del mondo. Mi sono diplomata al conservatorio per scoprire che volevo laurearmi in storia. Mi sono laureata in storia per scoprire che volevo laurearmi in psicologia. Dopodiché ho scoperto la sessuologia, ma questa è tutta un’altra storia. Non faccio un passo senza Teo al mio fianco, la mia anima gemella a 4 zampe. Docente, ambientalista, riciclatrice seriale, vegetariana.
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