Cos’è il “Matilda effect”?
Benvenutə alla rubrica Il Genio Invisibile!
Da aspirante giornalista per me è un onore avere l’opportunità di raccontarvi le storie di queste nove donne, della loro intelligenza e determinazione, come simbolo di TUTTE le donne che sono state infangate, oscurate, masticate e poi sputate dalla storia.
Sicuramente avverto anche un grande senso di responsabilità. Insomma, diciamocelo, le storie meritano di essere raccontate nel modo giusto, altrimenti sarebbe meglio non raccontarle affatto.
Spero di fare un buon lavoro nel denunciare l’invisibilità a cui queste nove donne sono state relegate, e nel rivendicare ciò che solo dopo (spesso post-mortem) gli è stato riconosciuto: la loro genialità, il loro impegno, i loro sacrifici, la loro lotta.
Questa rubrica si concentrerà sul “Matilda effect” e su nove sue vittime, ossia nove donne il cui pensiero o importanti riflessioni e/o scoperte sono state prima erroneamente attribuite ad un uomo nel corso della storia e poi, finalmente, a loro.
Che cos’è il “Matilda effect”?
L’effetto Matilda è un fenomeno per cui, in diversi campi, il risultato del lavoro di una donna viene parzialmente o totalmente attribuito ad un uomo.
È stata la storica della scienza Margaret W. Rossiter nel 1993 a coniare tale espressione dopo aver analizzato più di 1000 articoli pubblicati tra il 1991 ed il 2005 su varie riviste scientifiche. Da allora l’effetto Matilda si pone come una vera e propria ipotesi di ricerca e come parte importante della questione femminista: è innegabile che il sesso dell’autore abbia influito (e continua a farlo, anche se con minore frequenza) sulla diffusione del suo lavoro, difatti lavori realizzati da scienziate hanno avuto meno citazioni di analoghi lavori realizzati dai colleghi uomini.
Ma perché “Matilda”?
Perché una donna di nome Matilda è stata la primissima a denunciare questo infelice fenomeno.
Si tratta di Matilda Joslyn Gage (1826-1898). Ella è stata un’abilissima oratrice, scrittrice, filosofa, abolizionista e suffragette statunitense. È stata definita “una delle scrittrici più logiche, impavide e scientifiche della sua epoca” ed è stata la primissima persona a denunciare il fenomeno che poi diventerà universalmente riconosciuto proprio col suo nome, “l’effetto Matilda”.
Nata e cresciuta in ambienti intellettuali e stimolanti, ella si definiva “nata con un odio di oppressione”. Feroce avversaria della Chiesa cristiana controllata dagli uomini a causa di secoli di pratiche cristiane degradanti e oppressive per le donne e forte lottatrice per i diritti dei nativi, Gage è stata una partigiana del movimento femminista.
È possibile approfondire gli studi su Matilda Joslyn Gage e consultare la sua bibliografia QUI.
Nonostante sia stata cremata è possibile visitare una lapide commemorativa nel cimitero di Fayeteville su cui è stato inciso il suo meraviglioso slogan che riassume perfettamente il suo libero pensiero:
“C’è una parola più dolce di Madre, Casa o Paradiso. Quella parola è Libertà”.
Con la meravigliosa figura di Matilde io vi saluto. Ci ritroviamo su La Testata il 14/10 per il prossimo appuntamento dove vi racconterò la prima delle nove storie. A presto!
Marcella Cacciapuoti
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