Non solo calze alla Befana: l’Epifania nel mondo
Attenti, bambini, a fare i bravi durante l’anno… non vorrete mica ricevere carbone dalla Befana!
Mentre in molti paesi le feste natalizie sono finite già da un pezzo, ci sono alcune nazioni che prolungano i festeggiamenti fino al 6 gennaio, chiudendo il periodo festivo con l’Epifania, celebrazione dell’adorazione dei Re Magi.
Ma cosa ha a che fare questa vecchietta tanto amata quanto temuta dai più piccini con la tradizione cristiana? E soprattutto, riuscirà ad arrivare – malandata com’è – in tutto il mondo?
La befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte,
il vestito trulla là…
…com’è che faceva?
Ah, sì, adesso ricordo!
Ricominciamo.
La befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte,
col cappello alla romana:
viva viva la Befana!
… ma alla romana era il cappello o il vestito?
E non si parlava anche di un sacco pieno di toppe?
Qualunque sia la filastrocca che ci abbiano fatto imparare da bambini, l’immagine della Befana è inconfondibilmente impressa nelle nostre menti: una vecchietta un po’ trasandata che, nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, vola con la sua scopa passando di tetto in tetto per calarsi nei camini e riempire le calze lasciate appese dai bambini con doni, caramelle e dolciumi di ogni tipo se sono stati bravi, carbone – che alla fine era sempre quello dolce – se hanno fatto qualche capriccio.
L’origine di questa tradizione si perde nella notte dei tempi, discendendo da antichi riti pagani e fondendosi con elementi cristiani e folkloristici, fino ad assumere la connotazione che ha oggi.
In origine si celebrava la dodicesima notte dopo il solstizio invernale, come festa della morte e rinascita della natura, identificata dalla figura – rigorosamente pagana – di Madre Natura.
Stanca per le energie perse durante tutto l’anno, la notte del 6 gennaio Madre Natura si presentava sotto forma di una vecchia strega, ormai talmente secca da essere pronta a essere bruciata, come il legno della sua scopa, solo per rinascere come una nuova Natura, più giovane e quindi fertile.
Prima di morire, la vecchietta distribuiva i semi che, se piantati, sarebbero stati raccolti durante l’anno successivo.
Come entra in contatto, questo rito, con la dottrina cristiana?
Secondo la leggenda che la inserisce come protagonista di questa festività, i Re Magi, che si stavano recando a Betlemme per omaggiare il Bambino Gesù con i loro doni, si smarrirono e chiesero aiuto a una vecchina, che però non seppe dar loro indicazioni esatte. Nonostante le loro insistenze, non si convinse ad accompagnarli e seguirli per far visita al bambino, restando a casa. Successivamente, pentita del suo gesto poco gentile, preparò un cesto di dolci e uscì di casa per cercarli, senza riuscire a trovarli. Così si fermò in ogni casa in cui si imbatteva lungo il suo cammino, donando parte di quei dolciumi ad ogni bambino che incontrava, nella speranza di trovare il piccolo Gesù.
Da quel momento, per farsi perdonare, girerebbe per il mondo facendo regali a tutti i bambini… o almeno dovrebbe essere così, dato che, nella pratica, l’Epifania viene festeggiata diversamente nei singoli paesi! Vediamone alcuni.
Francia
Non essendo l’Epifania in Francia un giorno festivo, essa viene celebrata la domenica prima o dopo il 6 gennaio, preparando in famiglia un dolce speciale, all’interno del quale viene inserito un portafortuna, solitamente una fève (fava). Chi sarà così fortunato da trovarla nella fetta di torta ricevuta verrà eletto re o regina della festa, per tutto il giorno!
Per quest’occasione, in Francia si mangia la tipica galette des rois o una brioche a forma di corona, tagliate però in tante parti quanti sono i commensali, più uno: quest’ultima porzione è destinata al primo povero che si presenti alla porta, per questo viene detta “parte del povero o del Buon Dio”.
Spagna
In Spagna i bambini non ricevono doni dalla Befana, bensì dai Re Magi stessi. La sera del 5 gennaio si preoccupano di accoglierli preparando un grande bicchiere d’acqua per i cammelli assetati e qualcosa da mangiare da lasciare fuori la porta di casa. Così, la mattina successiva, possono scartare i regali che gli sono stati fatti.
In molte città spagnole si tiene il corteo dei Re Magi, che li vede sfilare per le vie cittadine su dei carri riccamente decorati, per portare doni ai bambini che si sono comportati bene durante l’anno.
Germania
Neanche in Germania il 6 gennaio è un giorno festivo, eppure le persone di religione cattolica possono recarsi in chiesa per partecipare a una messa speciale. Spesso preti e chierichetti bussano di porta in porta per raccogliere offerte e intonare canzoni a tema religioso come ringraziamento per le donazioni.
Ungheria
In Ungheria, il giorno dell’Epifania, i bambini si travestono da Re Magi e, portandosi dietro un presepe, vanno di casa in casa ricevendo qualche soldo come ricompensa per il loro impegno.
Romania
In Romania, l’Epifania rappresenta la venuta dei Re Magi ed è considerata una festività a tutti gli effetti. I bambini, ancora oggi, si aggirano per le strade bussando alle porte per chiedere di entrare e raccontare delle storie, ricevendo soldi in compenso. I preti, invece, si occupano di benedire le case dei fedeli.
Russia
Seguendo il calendario ortodosso, tra il 6 e il 7 gennaio in Russia si festeggia il Natale. Secondo la tradizione, i regali vengono portati da Padre Gelo e Babuška (letteralmente, La Nonna), un’amabile vecchietta – molto simile alla nostra Befana – che lo aiuta a distribuirli. Talvolta Nonno Gelo viene accompagnato da sua nipote, Sneguročka (Fanciulla di neve), spesso vista come una personificazione dell’inverno.
Islanda
Il 6 gennaio in Islanda viene chiamato il tredicesimo giorno, perché da Natale a questa data passano, appunto, tredici giorni. La tradizione prevede che dall’11 dicembre arrivi un Babbo Natale al giorno fino al 25 e che successivamente, da Natale in poi, se ne vada uno alla volta fino al tredicesimo giorno, in cui l’ultimo di essi porterà via con sé tutte le feste. L’Epifania è quindi vista come l’ultima giornata del periodo festivo e viene festeggiata partendo da fiaccolate, fino ad arrivare a grandi falò e spettacoli di fuochi d’artificio.
di Rebecca Grosso