Resistere alle violenze: le donne del villaggio Umoja
Negli ultimi tempi violenze e abusi sulle donne sono all’ordine del giorno.
Basta guardare in TV ed ecco l’ennesimo femminicidio o stupro ai danni di una giovane.
Oltre al dolore, se si riesce a sopravvivere all’accaduto, incubi e mostri ritornano.
Spesso risulta difficile andare avanti e molte donne non riescono a farcela, ancor di più se questi abusi accadono in luoghi di povertà, dove i governi non intervengono, ma anzi incoraggiano queste pratiche barbare.
A nord del Kenya, nel distretto di Samburu, un gruppo di donne vive lontano dal resto del mondo per sentirsi “sicure”.
Sto parlando del villaggio Umoja, unico luogo in cui la popolazione è solamente femminile e gli uomini non sono i benvenuti.
In lingua swahili il termine significa “unità”, la stessa che cercano di costruire le donne del villaggio, nato con lo scopo di mettere al sicuro bambine e giovani delle zone più rurali che sono costantemente in pericolo, poiché vittime di violenze e abusi.
Il villaggio è nato nel 1990, fondato da un gruppo di donne che sono sopravvissute agli stupri dei soldati britannici. Da quel momento lo scopo è stato quello di accogliere ragazze che scappano da matrimoni combinati, violenze e mutilazioni genitali, ancora molto frequenti nel paese.
Le donne sono guidate da una matriarca che si fa promotrice di libertà e diritti umani. Le altre giovani vivono in maniera tranquilla e felice nel villaggio.
Ma come va avanti la popolazione? E come funziona se nasce un bambino?
Beh, le più grandi possono uscire liberamente dal villaggio e incontrare altri uomini con cui avere dei figli. I maschi nati ad Umoja possono rimanere fino ai 18 anni, poi dovranno andar via alla ricerca di una casa e lavoro.
Per le donne del villaggio l’istruzione è essenziale. Bambini e bambine devono frequentare la scuola ed è proibita una gravidanza precoce alle più giovani, poiché è fondamentale lo studio.
Altra caratteristica importante, diversa dalle norme del Kenya, è che le donne possono avere figli anche senza il matrimonio, così da mantenere sempre vivo il villaggio.
E non è finita qui.
Per poter andare avanti verso la loro battaglia di libertà, le donne permettono ai turisti di entrare e scambiare merci, inoltre, visitano anche altre riserve naturali vendendo i gioielli fatti a mano.
Al momento ci sono circa 50 donne nel villaggio di Umoja, insieme a 200 bambini. Nessuna di loro ha intenzione di risposarsi, ma desidera vivere in questo luogo di pace e libertà.
Insomma, una storia meravigliosa che dimostra la forza del genere femminile, resistente ad abusi e violenze, che lotta ogni giorno per un mondo migliore.
Martina Maiorano
Leggi anche: Vivere sospesi nel tempo: ecco gli Amish