Diritti e aborto: LAIGA 194 è la guida ai medici non obiettori in Italia
Dall’idea e dall’impegno di due ginecologhe non obiettrici, la dottoressa Silvana Agatone e la dottoressa Concetta Grande, nasce l’associazione LAIGA.
Libera Associazione Italiana ginecologi non obiettori per l’applicazione della 194.
In uno stato laico dove ogni donna dovrebbe poter avere libertà di scegliere sul proprio corpo e se avvalersi dell’aborto, gli obiettori rappresentano, purtroppo, la maggior parte del personale medico sanitario. In risposta a tale situazione incresciosa “a partire dall’idea che è importante il confronto e il sostegno reciproco in un sistema culturale e sanitario che spesso non tutela l’applicazione della legge sull’aborto”, è stata fondata l’associazione Libera Associazione Italiana ginecologi non obiettori per l’applicazione della 194, LAIGA, il 10 giugno 2008. LAIGA organizza congressi, conferenze stampa e occasione di incontro per confrontarsi; è importante che qualcuno sia dalla parte delle donne e della cittadinanza in generale per tutelare e promuovere il diritto al lavoro e alla salute. Attraverso il loro portale i casi di attacchi e di minacce al diritto all’aborto, le dichiarazioni dei movimenti contro i diritti civili, sono arrivati a casa di tutti.
L’associazione si pone come obiettivo la tutela dei diritti del personale sanitario addetto all’applicazione della legge 194/78 e delle donne che usufruiscono del diritto all’aborto: grazie a essa si è venuta a creare una rete tra coloro che applicano la legge sull’aborto al fine di consultarsi, scambiarsi notizie e sostegno.
La finalità dell’associazione è quella di sostenere il diritto all’aborto e di essere da sostegno al personale non obiettore anche attraverso proposte per un miglioramento delle condizioni lavorative con richieste concrete, come quelle di un aumento dei giorni di ferie e della retribuzione a favore degli operatori della legge 194 , poiché essi sopportano un carico psicologico maggiore rispetto agli obiettori; inoltre richiedono una sorveglianza in tutte le ASL affinché la legge venga applicata e pari opportunità in ambito lavorativo tra personale non obiettore e obiettore.
- LA LEGGE 194
La legge 194 del 22 maggio 1978 è la legge italiana che regolamenta l’interruzione volontaria di gravidanza, IVG. I punti, nei 20 e passa articoli, principali sono il diritto all’interruzione della gravidanza entro i primi 90 giorni; il diritto all’aborto dopo il termine di 90 giorni per motivi di salute, sia per la donna che per il feto; le procedure da seguire, tra cui colloqui informativi e supporto psicologico pre e post interruzione; i programmi di educazione sessuale e metodi di contraccezione; l’ accesso ai servizi; l’ obiezione di coscienza (la legge prevede che i medici possano dichiararsi obiettori di coscienza e quindi rifiutarsi di praticare l’interruzione volontaria di gravidanza).
Nonostante siano ormai trascorsi quasi 50 anni, essa resta ancora oggetto di dibattiti e controversie, soprattutto in seguito alla deposizione da parte di Maurizio Gasparri di un disegno di legge in Parlamento, la quale prevede che “ogni essere umano ha la capacità giuridica fin dal momento del concepimento. I diritti patrimoniali che la legge riconosce a favore del concepimento sono subordinati all’evento della nascita”.
- I VARI TIPI DI ABORTO
L’interruzione di gravidanza può essere effettuata entro i primi 30 giorni per scelta o per la salute della donna, dopo i 30 giorni solo se la gravidanza o il parto possono mettere in pericolo la vita della donna o per problematiche o malformazioni del feto. Esistono diverse tipologie di aborto: prima del novantesimo giorno si può effettuare un aborto farmacologico o chirurgico, dopo il novantesimo giorno si effettua un aborto terapeutico e si svolge in modalità chirurgica o inducendo il parto. A seguito dell’aborto viene effettuata una visita di controllo.
- 29 SETTEMBRE, CITTÀ DEL VATICANO
“Le donne hanno diritto alla vita, la vita loro e la vita dei figli. Un aborto è un omicidio, si uccide un essere umano e i medici che si prestano a questo sono, permettetemi la parola, sicari. E su questo non si può discutere”, perché “la scienza ti dice che al mese del concepimento ci sono tutti gli organi già… Si uccide un essere umano”, così Papa Francesco ha risposto a una domanda sull’aborto durante la conferenza stampa in volo da Bruxelles a Roma.
Dall’Associazione attraverso un comunicato stampa si è risposto a quanto detto dal pontefice: “in un momento di violenza sul personale sanitario causato da un SSN depauperato di risorse, di cui gli operatori sono vittime; in un sistema che non funziona e del quale siamo l’interfaccia con un pubblico che sfoga su di noi le proprie insoddisfazioni, la parola ‘sicari’ usata verso ginecologi e ginecologhe che non rifiutano l’assistenza a chi ha bisogno di abortire a norma di legge, risulta essere violenta”, afferma Silvana Agatone, presidente dell’associazione e componente del comitato scientifico dell’associazione LAIGA.
Qui è possibile consultare la mappa con gli ospedali italiani che offrono il servizio di interruzione di gravidanza.
Antonietta Della Femina
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