Endometriosi: cure gratuite dal SSN, una svolta per le donne in Italia
Dal 30 dicembre 2024, in Italia, l’endometriosi sarà riconosciuta come malattia invalidante nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA).
Ciò cosa comporterà? Che le pazienti con forme avanzate potranno accedere gratuitamente, o a costi ridotti, a specifiche terapie e visite mediche.
Finalmente un progresso nella sanità pubblica italiana, ma non ancora abbastanza: il riconoscimento di cure gratuite o agevolate non riguarda solo l’endometriosi; l’aggiornamento dei LEA include anche la procreazione medicalmente assistita (PMA), dal 30 dicembre accessibile gratuitamente o con ticket su tutto il territorio nazionale; la celiachia; il riconoscimento di ben 100 malattie rare e lo screening di patologie neonatali, come l’atrofia muscolare spinale (SMA); l’introduzione di terapie innovative – come l’adroterapia e la radioterapia stereotassica – per pazienti oncologici.
“La salute e il benessere delle donne contribuisce alla prosperità della nostra società, allo sviluppo della salute e del benessere delle future generazioni. Investire sulla salute della donna significa quindi investire in una società migliore. È un concetto ben espresso dal titolo del vostro congresso. Un nuovo rinascimento culturale, sociale e globale si ottiene ponendo al centro la donna. La tutela della salute femminile dai primi stati della vita fino all’età più avanzata è stato da subito al nostro impegno”, ha dichiarato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, in un videomessaggio inviato agli organizzatori del 99esiko Congresso nazionale della Sigo, Federazione Italiana di ginecologia e ostetricia. “Stiamo sostenendo lo sviluppo della medicina di genere, elemento chiave contro le disuguaglianze nella salute. Questo vuol dire investire in percorsi clinico – assistenziali nei confronti di patologie spesso misconosciute (…) che colpiscono elettivamente le donne, penso all’endometriosi o alla vulvodinia, garantendone così un approccio più completo e inclusivo. (…) L’equità e la proprietà delle cure (…) sono pertanto obiettivi cardine delle nostre azioni in sanità”, ha concluso.
Una sviolinata? Sarà, ma concediamo loro il beneficio del dubbio. Le dichiarazioni sono state accolte con un certo scetticismo, soprattutto da attiviste e pazienti che ogni giorno soffrono senza un supporto adeguato: tra questi spicca la figura di Giorgia Soleri, attivista e modella:
“Questa, che viene narrata come la notizia di cui il popolo aveva bisogno e che il governo ha elargito con generosità e compassione, è solo l’attuazione del decreto LEA approvato nel 2017 e attuato con 8 anni di vergognoso ritardo. Il che mi sembra tutto fuorché una bella notizia. Immagino, quindi, che sarà semplicemente ufficiale l’attuazione per endometriosi già presente e che definire ridicola è un eufemismo. (…) Vorrei ricordare che, ad oggi, una cura per l’endometriosi non esiste, i professionisti specializzati si contano sulle dita di una mano e la possibilità di capitare con uno di essi nel SNN è più magia che statistica”.
Cause fondate o mera pigrizia burocratica?
Mancanza di risorse economiche? Disparità regionali? Priorità politiche diverse? Ai più non è dato saperlo; ciò che possiamo augurare e augurarci è che finalmente lo stato si svegli da questo decennio, se non ventennio, silente e lontano dai bisogni quotidiani delle donne e degli uomini che ancora combattono e decidono di investire in una Sodoma, il cui destino forse è già chiaro.
Antonietta Della Femina
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