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Chi c’è nel bosco? I benefici dello shinrin-yoku, il “bagno nella foresta”

Ognuno di noi ha il proprio ambiente naturale, quello in cui ci si spoglia di tutto, in cui i pensieri si acquietano e il silenzio sovrasta il mondo; il mio è il bosco.

Il verde tranquillizza i miei pensieri, lo scrosciare delle foglie mi risuona dentro come una dolce melodia e l’anima finalmente respira. 

Per chi come me è nato e cresciuto a contatto con la natura è quasi scontato sentire il bisogno di avere attorno spazi aperti, lasciare liberi i capelli al vento, nutrirsi di ciò che si coltiva e di ciò che ci viene donato dalla terra; è “fuori dal comune” per chi viene dalla città, per chi ritrova il verde solo nei parchi urbani, per chi ha bisogno di trovare una denominazione a un bisogno naturale, creato assieme alla razza umana.


Nell’ultimo decennio, complice la pandemia da Covid 19, l’uomo si è risvegliato dall’apparente dormiveglia e ha riscoperto il contatto con la natura e il suo bisogno di vivere all’aria aperta; e insieme a esso è cresciuto anche il bisogno di dare un nome ai propri bisogni e si sono acuite le pratiche per ritrovare il proprio io selvaggio. 

Tra questi spicca il cosiddetto bagno di foresta, noto anche come shinrin-yoku (dal giapponese, che significa “immersione nella foresta”), pratica di benessere che prevede di trascorrere del tempo in un ambiente boschivo per riconnettersi con la natura. Non un’attività fisica intensa, ma piuttosto si può parlare di un’esperienza meditativa e sensoriale in cui ci si immerge nel paesaggio naturale e ci si abbandona ai suoni, agli odori e a tutto ciò che l’ambiente ci dona.


Questa pratica è nata in Giappone negli anni ’80 come parte di un programma di salute pubblica: nella cultura giapponese vi è la convinzione – la scienza lo conferma – che trascorrere del tempo nella natura aiuta a ridurre lo stress, migliora l’umore e rafforza il sistema immunitario.

Attualmente il bagno di foresta è ora diffuso in molte parti del mondo e spesso viene utilizzata come terapia per chi cerca di migliorare la propria salute mentale e fisica in modo naturale; non sono richieste particolari competenze o attrezzature, vi sono però alcune indicazioni su come praticarlo:
– la scelta del luogo è fondamentale, difatti è preferibile un bosco o una foresta poco frequentata.
– bisogna rallentare, il passo e anche i propri pensieri.
– bisogna coinvolgere tutti i sensi e prestare massima attenzione ai suoni, ai profumi, al tatto e alla vista del verde.
– respirare profondamente, per ossigenare il corpo e favorire un rilassamento.


In tutto il mondo vi sono dei veri e propri percorsi forestali dove i visitatori possono praticare il bagno di foresta sotto la guida di esperti; ora ve ne menzioniamo alcuni:
– Akazawa natural recreation forest, Nagano in Giappone
– Shinrin Yoku Trail, Washington negli Stati Uniti
– Pacific rim National Park reserve, British Columbia in Canada
– Blue mountains, New south wales in Australia
– Killarney National Park in Irlanda
– Fiordland National Park in Nuova Zelanda.

Antonietta Della Femina
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Antonietta Della Femina

Classe ’95; laureata in scienze giuridiche, è giornalista pubblicista. Ha imparato prima a leggere e scrivere e poi a parlare. Alcuni i riconoscimenti e le pubblicazioni, anche internazionali. Ripete a sé e al mondo: “meglio un uccello libero, che un re prigioniero”. L’arte è la sua fuga dal mondo.
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