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La Tazza Farnese, capolavoro di epoca ellenistica

La Tazza Farnese è un manufatto creato probabilmente in Egitto tra il II ed il I secolo a.C, divenuto celeberrimo per l’accuratezza dei particolari e la bellezza.

Capolavoro della glittica antica è realizzato in agata sardonica ed ha un diametro di 20 cm, con il caratteristico colore giallo e nero, è un piatto usato durante le libagioni nei rituali, forse arrivò in Italia dopo la conquista romana dell’Egitto da parte di Ottaviano, ed è passato nel corso della storia fra le mani dei grandi collezionisti.

Gli studiosi sono molto discordi sulla datazione effettiva dell’opera e sull’identificazione dei personaggi finemente scolpiti al suo interno, si tende però sulla base dei confronti stilistici ad attribuire la tazza al periodo ellenistico.

Al suo interno è possibile osservare sette personaggi, un uomo con in mano una cornucopia che potrebbe rappresentare il fiume Nilo, di fronte Horus, Iside che sorregge delle spighe di grano poggiata vicino ad una Sfinge, Horai e sopra le loro teste ci sono due divinità che rappresenterebbero i venti. Sul retro del piatto è incisa la testa della Gorgone Medusa, in funzione apotropaica.

La rappresentazione è un’allegoria del fiume Nilo, con la sua fertilità e delle piene che rendono i terreni circostanti coltivabili per la popolazione, ma secondo altre ipotesi dietro queste figure potrebbero celarsi degli esponenti della corte egizia, in particolare Tolomeo IV, Cleopatra I e Tolomeo V oppure Cleopatra III e Tolomeo Alessandro se si considera una datazione più bassa.

La storia di questo reperto si intreccia anche con quella del collezionismo, oggi custodita al Museo Archeologico di Napoli, la Tazza Farnese è appartenuta ai grandi personaggi storici che hanno contribuito, con le loro raccolte, a far nascere le collezioni che oggi sono visibili nei grandi musei italiani.

Non conosciamo tutti i possessori del manufatto e per lunghi secoli non abbiamo notizia, sappiamo che con buona probabilità l’oggetto, dopo la venuta in Italia dall’Egitto nel 31 a.C, passò nella città di Bisanzio, per poi ritornare in Europa e nel 1239 circa l’imperatore Federico II di Svevia l’acquistò. La sua esistenza è poi documentata in Persia a Samarcanda e ancora in Italia in possesso di Alfonso V d’Aragona e dopo di papa Paolo II Barbo.

Nel 1471 Lorenzo il Magnifico appassionato di glittica, avendo in qualità di diplomatico stretti rapporti con Roma, convinse papa Sisto IV della Rovere a cedergli il prestigioso reperto che entrò nella sua vasta collezione, tempo dopo nel 1700 circa è presente nelle collezioni della famiglia Farnese, imparentata con i Medici e a cui poi si legheranno i Borbone e le opere loro appartenute verranno ereditate da Carlo di Borbone, che le trasferì a Napoli nel 1736. Con l’arrivo dei Francesi a Napoli i Borbone la porteranno a Palermo, per poi ritornare a Napoli nel 1817 e dopo l’unità d’Italia la Tazza diventa parte delle raccolte dello Stato.

Beatrice Gargiulo

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Foto: creata da me su Canva

Beatrice Gargiulo

M. Beatrice Gargiulo, studentessa di archeologia, ama l’arte, la storia e dedicare il tempo libero alla lettura.
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