L’Internet of Things: un ecosistema intorno a noi
di Carolina Niglio
Attualmente, gli oggetti sono “intelligenti” e comunicano fra di loro, velocizzando le nostre azioni quotidiane. Quando abbiamo dato così tanto potere alle cose, vi chiederete, ma la vera domanda è: dove risiede il potere di questi “oggetti smart”?
L’IoT può essere considerato un’evoluzione della rete, perché la principale caratteristica degli oggetti in questione è che sono connessi fra di loro e con la rete e per questo possono scambiarsi dati utili. Parlare di oggetti ci può sembrare confusionario, ma in realtà tutte le cose possono diventare smart: dispositivi, apparecchiature, impianti e sistemi, materiali e prodotti tangibili, opere e beni, macchine e attrezzature. La conditio sine qua non è quindi che abbiano una connessione per poter trasmettere informazioni.
Un altro elemento sostanziale è l’identificazione, ossia l’oggetto deve essere dotato di una specie di indirizzo IP, che la identifichi nella rete con gli altri oggetti digitali. In base poi alle singole funzioni, altre feature possono essere trovate. Per esempio la localizzazione della nostra auto o della nostra valigia, oppure l’elaborazione di dati in locale.
Quello che però rende l’IoT sempre più pervasivo nelle nostre vite è la grande capacità di interagire con il mondo esterno, sia in modo passivo che attivo. Infatti, attraverso il sensing, ossia la misurazione di variabili come la temperatura o la pressione, e il metering, per variabili come il consumo di energia o gas, prende dati dall’esterno e ne comunica lo stato. Inoltre, unoggetto smart può compiere azioni per conto nostro, come spegnere una luce.
Insomma, questi oggetti creano un ecosistema pervasivo e interconnesso attraverso tecnologie di comunicazione a corto raggio. I contatori, le automobili, le case, le città: Smart Metering, Smart Car, Smart Home, Smart City. Queste sono le parole che sentiamo continuamente e adesso, forse, ne possiamo comprendere a pieno tutte le infinite potenzialità.