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Biblioteche viventi: quando le persone diventano libri da leggere e storie da raccontare

Prendere in prestito non un libro di carta, ma una persona con cui dialogare adesso si può.

Nata in Danimarca, questa iniziativa sta conquistando il mondo.

Invece di leggere pagine scritte, i “lettori” possono ascoltare storie reali raccontate da sconosciuti. L’obiettivo? Dimostrare che ogni individuo è un libro, che ognuno di noi è protagonista della propria storia.

Entrare in libreria e trovare persone anziché pagine di un libro già scritto: Human Library, o più semplicemente “Biblioteche viventi”, dove ognuno può essere attore della propria vita e spettatore della vita di qualcun altro. Ma scopriamo insieme come funziona la scelta del “Libro umano”: i lettori sfogliano un catalogo all’interno del quale ogni titolo rappresenta la storia o l’identità del libro umano (musulmano, ex detenuto, persone LGBTQ+…). Un’opportunità di conversazione durante la quale ci si ritrova one to one con un perfetto sconosciuto e la sua vita 20/30 minuti in cui si può dare sfogo alle proprie curiosità, ascoltando il proprio libro, la propria storia, promuovendo un dialogo costruttivo e diretto.

LA STORIA

Il progetto nasce nel 2000 a opera dell’organizzazione non governativa Stop the violenze a Copenhagen, in Danimarca. Lanciato per la prima volta al Festival di Roskilde, uno dei più grandi eventi culturali della Scandinavia, ha ora raggiunto oltre 80 paesi ed è spesso utilizzato in eventi culturali, biblioteche e scuola per favorire l’inclusione sociale. Sul sito è possibile leggere le esperienze dei partecipanti. Rachel racconta:

Trovo estremamente appagante essere un libro aperto. A causa della mia situazione personale e dei miei valori. Voglio fare la differenza. Sto dando alle persone l’opportunità di conoscere la mia esperienza. Non c’è un giusto o uno sbagliato qui e può non piacervi quello che sto dicendo, ma non potete negare la mia esperienza”.

READING GARDEN

La mission del progetto negli anni è cresciuta e dal 2020 a Copenaghen è presente il Reading garden, ideato da Ronni Abergel. “Dopo aver ottenuto il supporto della città di Copenaghen, il giardino è stato progettato in stretta collaborazione tra un team di volontari della Human library e l’architetto Tina Vilfan. (…) Il giardino è un luogo dove puoi sederti comodamente e interagire con persone che si sono offerte volontarie per essere un libro aperto per te, sulla base del loro vissuto. (…) È un posto sincero per esplorare l’umanità, essere coraggiosi e porre domande che possono aiutarti a sfidare gli stereotipi e a comprendere meglio la diversità”, si legge sul sito del Reading garden.

Il progetto è un’opportunità di crescita personale e sociale: non basta leggere, bisogna anche conoscere il mondo e chi lo popola nella sua interezza, nella sua fragilità e nella sua unicità.

Antonietta Della Femina

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Fonte immagine: Canva

Antonietta Della Femina

Classe ’95; laureata in scienze giuridiche, è giornalista pubblicista. Ha imparato prima a leggere e scrivere e poi a parlare. Alcuni i riconoscimenti e le pubblicazioni, anche internazionali. Ripete a sé e al mondo: “meglio un uccello libero, che un re prigioniero”. L’arte è la sua fuga dal mondo.
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