Anfiteatro Campano: storia e gloria dell’antica Capua
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In una terra dove storia e leggenda convivono con un glorioso passato, si erge l’Anfiteatro Campano, simbolo eterno, poesia di pietra che vive e racconta di immortalità.
Il fruscio del vento accarezza le pietre e il tepore della luce bacia le rovine: gladiatori, imperatori e rivolte epiche hanno reso Capua, oggi Santa Maria Capua Vetere, un luogo dell’anima.
Secondo al Colosseo, per dimensioni e magnificenza, l’Anfiteatro Campano è stato costruito tra la fine del I e l’inizio del II secolo d.C., durante l’Età Flavia. Inaugurato sotto Antonino Pio – come riportato su un’iscrizione rinvenuta nel 1726 -, tale era lo splendore di questa costruzione che l’imperatore Adriano si occupò in prima persona del suo abbellimento. Palcoscenico di combattimenti tra gladiatori, manifestazioni teatrali e spettacoli, l’Anfiteatro Campano poteva ospitare fino a 60.000 spettatori; la sua storia è legata altresì alla storia della rivolta degli schiavi – il cui leader fu il gladiatore Spartaco – che sconvolse Roma e tutto l’impero a partire dal 73 a.C.
LA RIVOLTA DEGLI SCHIAVI
“Mai Roma fu più umiliata che in quei giorni, quando non eserciti stranieri, ma gladiatori e schiavi si alzarono in rivolta. Spartaco, un uomo nato per comandare, dimostrò che anche le catene non potevano spegnere la sete di libertà”.
(da Storia Romana di Epitome (II, 8) di Floro).
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Una rivolta passata alla storia per aver posto le basi per la rivoluzione degli schiavi contro Roma; come riporta Sallustio nelle sue Historiae “Non vi è nulla di più pericoloso per una repubblica che dimenticare la dignità degli uomini che la sostengono. Spartaco e i suoi uomini ci ricordarono che ogni schiavo è, prima di tutto, un uomo”.
Un evento tra i più significativi e drammatici della storia romana; una rivolta che fece sussultare Roma: Spartaco non fu solo ribelle, fu un simbolo della lotta alla Roma fondata sullo sfruttamento.
DECLINO DELL’ANFITEATRO CAMPANO
Con la caduta dell’Impero romano l’anfiteatro fu devastato dai Vandali e dei Saraceni. Sotto il controllo dei Longobardi fu trasformato in una fortezza, ma sorte ingiusta ricevette nei secoli successivi dove le sue pietre furono saccheggiate per poi essere riutilizzate per costruire edifici nella nuova città di Capua.
L’ANFITEATRO CAMPANO OGGI
Attualmente l’anfiteatro è una delle principali attrattive turistiche del territorio casertano. Passeggiare tra i suoi corridori e scoprire i suoi sotterranei fa toccare con mano la storia dell’Impero romano: una storia fatta di terrore e sofferenza, ma anche di maestosità. Con il suo anfiteatro è la testimonianza di come l’eternità possa essere vissuta nel presente.
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Dichiarato Monumento Nazionale nel 1822, fu aperto al pubblico nel 1913. Nel 2013, anno del centenario della sua apertura, è stata inaugurata una nuova fase in linea con l’innovativa politica di accoglienza: bookshop, biglietteria, ingresso all’area archeologica e un ristorante biologico. Accanto all’Anfiteatro Campano vi è un museo dedicato agli eroi dell’arena – alcuni nei resti trovati all’interno dell’Anfiteatro Campano – vicino alla quale nel 49 a.C. Giulio Cesare istituì la più importante scuola e familia gladiatoria.
Antonietta Della Femina
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Foto di Antonietta Della Femina