Diritto di paternità in Inghilterra? I Dad shift attaccano bambole ad alcune statue a Londra
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Le lotte per il diritto alla paternità sono molto più di una questione di giorni di congedo.
Gli uomini, esattamente quanto le donne, hanno diritto ad avere una famiglia e ad avere un equilibrio tra lavoro e vita privata.
Negli ultimi vent’anni il concetto di paternità ha subito delle modifiche radicali: finalmente da parte dell’uomo c’è la rivendicazione ad avere un ruolo attivo nella cura e nell’educazione dei figli; dal padre non ci si aspetta più solo che lavori e sia il perno portante della famiglia dal punto di vista economico.
La paternità, esattamente quanto la maternità, implica un riconoscimento del sacrosanto diritto e dovere di partecipare all’educazione dei figli in condivisione con il partner: nonostante questo diritto sia protetto da leggi nazionali e da convenzioni internazionali, come la convenzione sui diritti del fanciullo delle Nazioni Unite, resta tutt’oggi un argomento di discussione. Ad esempio, in Italia a fronte di un congedo di cinque mesi per la donna, al padre vengono riconosciuti appena dieci giorni (art.27 bis, T.U. maternità/paternità, d.lgl. 151/2001): “congedo obbligatorio finalizzato a una più equa ripartizione della responsabilità genitoriale e amministrazione precoce del legame tra padre e figlio”.
Non se la passano diversamente i nostri amici inglesi, dove per protesta gli attivisti di un gruppo, che prende il nome di Dad shift, ha messo in braccio ad alcune statue di bronzo di personaggi famosi del centro di Londra, alcune bambole con fattezze di neonati a grandezza naturale.
184,03 sterline a settimana è ciò che prevede il congedo di paternità, ma una recente ricerca ha scoperto che nel Regno Unito un padre su tre non ha preso alcun congedo di paternità dopo la nascita del figlio, e una famiglia su due in cui i padri hanno preso il congedo di paternità ha riferito di aver avuto difficoltà finanziarie in seguito, così come riportato sull’articolo di ELLE.
“Un congedo parentale adeguato per padre e co-genitori è positivo per le madri, positivo per i bambini, positivo per i padri e positivo anche per la società. I paesi con un congedo di paternità di sei o più settimane (come succede in Nord Europa ma anche in Spagna, Francia e Portogallo) hanno un divario retributivo di genere inferiore del 4% e un divario di partecipazione alla forza lavoro inferiore del 3,7%, il che significa che il cambiamento può aiutare a far crescere l’economia aiutando a contempo le famiglie britanniche”, ciò è quanto leggiamo sulla lettera che gli attivisti hanno in programma di consegnare al primo ministro Starmer.
L’uguaglianza di genere, anche in campo genitoriale, è di vitale importanza! La salute fisica e mentale dei genitori è la base sulla quale vengono educati e cresciuti gli uomini e le donne del nostro futuro e della nostra società: meritiamo tutti di poter abituarci alla presenza di un neonato e perché no anche di godere dei grandi e piccoli passi che si compiono giorno per giorno.
Antonietta Della Femina
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