Porrajmos: un genocidio dimenticato
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La Germania nazista ha perpetrato crimini contro intere etnie e classi sociali.
I campi di sterminio erano luoghi ideati appositamente per uccidere e sterminare popoli o disertori politici.
La Shoah è stato uno degli eventi più tragici della nostra storia, ma c’è un altro genocidio, spesso dimenticato, che riguarda un’entità specifica, ancora oggi, emarginata e discriminata.
Si tratta del Porrajmos, il “Grande divoramento”, lo sterminio di Rom e Sinti.
I Romanì, popolazione nomade, già nel Medioevo venivano accusati di stregoneria a causa di usi e costumi della propria cultura.
Mendicavano ed elemosinavano, e per questo erano arrestati e, talvolta, uccisi.
Durante l’Illuminismo, le comunità Rom venivano controllate da corpi di polizia e monitorate negli spostamenti. In Italia, dal 1926, venne emanata una circolare che ordinava di respingere carovane senza documenti e prive di itinerari già fissati dalle autorità.
Insomma, da sempre discriminati ed emarginati per le usanze e la vita nomade condotta.
In Europa, prima della Seconda Guerra Mondiale, si costituì lo stereotipo dello zingaro furfante e criminale, annullando l’esistenza di tale etnia, per evitare l’inclusione dei Rom nella società.
Ovviamente, con il Terzo Reich, la situazione peggiorò notevolmente. Iniziò una lotta contro le comunità Rom e Sinti, non appartenenti alla razza ariana e definiti “impuri”. Le Leggi di Norimberga, nel 1935, privarono i Rom di cittadinanza e diritto di voto e, sei anni dopo, cominciarono le pratiche di sterilizzazione.
Fu l’inizio del Porrajmos.
I Rom vennero rinchiusi nei lager, e tantissimi morirono prima di arrivarci. I nazisti li arrestavano nelle proprie case, così aveva inizio il piano per l’eliminazione di tale etnia.
Il 2 agosto è il giorno in cui si commemora il genocidio dei Romanì, giornata in cui un gruppo di soldati delle SS spinsero circa 3000 persone nelle camere a gas e, la mattina dopo, furono cremati.
Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, ci fu la promessa da parte delle potenze vincitrici di uguaglianza tra i popoli, ma le discriminazioni e segregazione continuarono nei confronti dei Rom.
Ancora oggi, comunità vivono emarginate dalla società, subendo angherie per i propri usi e costumi. Il Porrajmos rappresenta un evento dimenticato dalla maggior parte della popolazione, ma non dei Romanì, che ricordano perfettamente quei momenti drammatici di un genocidio ingiustificato.
Martina Maiorano
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