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L’importanza letteraria di Alfonso X di Castiglia

Alfonso X di Castiglia, uno dei più importanti sovrani della Spagna, salì al trono nel 1251, a soli 31 anni.

Nel suo dominio durato 33 anni ha ampliato i territori spagnoli nonostante la sua politica incerta e debole, ma soprattutto è riuscito a dare un importante contributo letterario alla cultura spagnola, che spesso e volentieri si rifaceva alle principali opere provenienti da Italia, Inghilterra e spesso dall’Oriente, grazie all’invasione di ebrei e arabi.

Tra i suoi importanti scritti possiamo trovare una monumentale compilazione legislativa dal tiolo Le Siete Partidas, composta da circa 2500 leggi raccolte in “titoli” riuniti, a loro volta, da sette parti da cui l’opera prende il nome. 

Iniziata sotto Ferdinando III, da cui nacque il Setenario che equivale ad una prima frammentaria stesura, l’elaborazione venne poi ripresa da Alfonso in maniera più ampia ed organica. Per convenzione, l’elaborazione definitiva si ritiene sia il 1265 anche se subì varie rielaborazioni nel corso del tempo, diventando la base della legislazione spagnola ed ispano-americana.

Altra opera di fondamentale importanza è la Estoria de España, primo scritto storico di Alfonso X iniziato verso il 1270. Si avvale della magra tradizione storiografica spagnola in lingua latina, ma la base da cui prende le informazioni è il De Rebus Hispaniae di Rodrigo Jiménez de Rada.

L’identificazione del testo è stata possibile tramite uno studio di tutte le “crónicas” condotto da Menéndez Pidal, mentre studi posteriori hanno fatto emergere che la prima parte sia a tutti gli effetti di origine alfonsina mentre la seconda è stata redatta da Alfonso XI con materiali in parte alfonsini, in parte rielaborati sotto Sancho IV e in parte rafforzati.

L’opera è particolarmente importante sia per l’ampiezza dell’impianto sia per la novità della prospettiva: non si occupa solo delle imprese dei re ma anche del mondo nobiliare e del modo di vivere in senso più ampio, perché vennero utilizzate anche fonti letterarie.

Interessante è il come componeva le sue opere: per la loro stesura, si circondava di un gruppo di collaboratori, tra i quali troviamo traduttori, estrattori di fonti, compilatori ed estensori, mentre per le Cantigas de Santa Maria – raccolta di oltre 400 poesie liriche in onore della Vergine – usufruì anche di poeti e musicisti. 

Nella sua compilazione storica La General e grand Estoria possiamo, infatti, leggere:

Il Re fa un libro non nel senso che lo scriva con le proprie mani, ma in quanto ne mette insieme gli argomenti e li emenda ed equilibra e ordina, e mostra in che modo si debbano rendere, e poi li mette per iscritto colui a cui egli dà l’ordine; perciò diciamo che egli fa un libro”.

Quindi, il re è colui che programma e organizza il lavoro ma anche il revisore dei libri scritti sotto la sua direzione.

Alfonso X fu importante anche per aver fondato, per suggerimento ecclesiastico, la Scuola dei traduttori di Toledo dove i saggi musulmani ed ebrei traducevano in castigliano le opere antiche arabe ed ebraiche.

Irene Ippolito

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Immagine creata con AI

Iris Ippolito

Sono Irene “Iris” Ippolito, classe 2002 nata e cresciuta a Napoli. Tra un libro ed un altro, ho scoperto di voler lavorare nel mondo dello spettacolo e della scrittura. La mia passione per lo spettacolo è nata grazie anche al laboratorio teatrale ScugnizzArt, che mi ha accompagnato alla scoperta di me stessa per ben 3 anni. Lo sport è quel mondo che mi ha dato la spinta di mettermi in gioco nella scrittura, diventando il mio migliore amico.
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