Gli specchi multipli di Trieste, le tappe letterarie imperdibili
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Trieste, città dalla storia complessa e intricata, è una delle mete culturali più interessanti in Italia.
Scopri quali sono le tappe che non puoi assolutamente perderti!
Giancarlo Mazzacurati, professore universitario e critico letterario napoletano, scrisse a proposito di Trieste nel suo saggio Stagioni dell’apocalisse, definendola «la città più nuova e imprevista nel panorama delle piccole capitali intellettuali italiane di primo Novecento». È proprio all’inizio del secolo scorso che la città-soglia diviene casa (o tappa fissa) di numerosi intellettuali, arricchendola così di alcuni luoghi assolutamente imperdibili.
La statua di James Joyce di Nino Spagnoli
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Lo scultore triestino Giovanni (Nino) Spagnoli dedicò gli ultimi anni della sua vita al trittico di statue raffiguranti Italo Svevo, Umberto Saba e, per l’appunto, James Joyce. Lo scrittore irlandese arrivò a Trieste nel 1904, dove fu insegnante, giornalista, impiegato e tanto altro. E soprattutto la città fu per lui fonte d’ispirazione per capolavori come Ulysses e A Portrait of The Artist as a Young Man. Lo stretto rapporto tra Joyce e Trieste è perfettamente celebrato da questa statua posizionata strategicamente su un ponte che attraversa il Canal Grande. Essa si integra armoniosamente con l’ambiente circostante, quasi fondendosi con il movimento continuo dei passanti.
Le panchine in piazza Unità d’Italia
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La piazza principale di Trieste, nonché una delle più belle in Italia, è tra i luoghi più visitati della città. È uno spazio immenso, che si affaccia sul mare ed è punto d’incontro per i turisti (e per i triestini!). La parte più divertente, e non sempre conosciuta a tutti, è la scoperta delle pagine dei libri che vengono lasciati spesso vicino le panchine. Si tratta di un’iniziativa celebrativa delle grandi personalità che hanno attraversato la città nel corso dei secoli e, in particolare, nel Novecento. La piazza diventa così simbolo di apertura, bellezza e soprattutto cultura: alcune delle caratteristiche principali della città stessa. Passeggiando tra le panchine è possibile fermarsi, aprire un libro e lasciarsi ispirare dalle parole di un passato che ancora permea le mura degli edifici della città.
La statua di Gabriele d’Annunzio
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Uno tra gli autori più controversi della nostra letteratura è Gabriele d’Annunzio e questo lo sa bene Alessandro Verdi, scultore che ha realizzato questa opera a lui celebrativa. Il poeta è rappresentato immerso nella cultura: poggiato a dei libri e intento a leggerne proprio uno. L’installazione della statua non è stata semplice, considerando le numerose critiche ricevute soprattutto a causa dell’ideologia fascista legata a D’Annunzio. Essa venne posizionata lì il 12 settembre 2019, in occasione del centesimo anniversario dell’impresa di Fiume. Da quel momento è possibile sedersi, scattare una foto insieme al poeta o solo “leggere insieme” un libro.
La Città Vecchia
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«Spesso, per ritornare alla mia casa
prendo un’oscura via di città vecchia.
Giallo in qualche pozzanghera si specchia
qualche fanale, e affollata è la strada.
Qui tra la gente che viene e che va
dall’osteria alla casa o al lupanare,
dove son merci ed uomini il detrito
di un gran porto di mare,
io ritrovo, passando, l’infinito
nell’umiltà.
Qui prostituta e marinaio, il vecchio
che bestemmia, la femmina che bega,
il dragone che siede alla bottega
del friggitore,
la tumultuante giovane impazzita
d’amore,
sono tutte creature della vita
e del dolore;
s’agita in esse, come in me, il Signore.
Qui degli umili sento in compagnia
il mio pensiero farsi
più puro dove più turpe è la via.»
Città vecchia, in Il Canzoniere, Umberto Saba.
Le strade della città vecchia di Trieste sono emozionanti, cariche e dense di ogni parola usata da Saba nella sua poesia sopracitata. Il centro della città è colorato, pieno di luoghi tipici e pavimenti di ciottoli consumati. Gli edifici, con i loro balconi in ferro e le finestre ornate, sembrano conservare il cuore pulsante della città.
La libreria antiquaria di Umberto Saba (e la sua statua a pochi passi)
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È proprio a proposito dell’autore triestino che non può non essere citato uno dei luoghi più famosi della città: la Libreria Antiquaria di Umberto Saba. “L’antro oscuro”, così da lui definito, divenne luogo d’incontro di numerosi intellettuali ed ancora oggi è visitabile. Per gli amanti dei libri si tratta di un vero e proprio paradiso ad occhi aperti, con testi antichi che è possibile sfogliare per immergersi in un luogo senza tempo. Ma non vi è solo la libreria a celebrare l’eredità di Saba: a pochi passi, infatti, una statua dedicata all’autore troneggia come simbolo della profonda connessione con la città. La statua, col suo volto pensieroso, racconta l’essenza stessa della Trieste che è stata fonte di ispirazione per le sue poesie.
Bosco Cappuccio
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Quota Centoquarantuno, l’1 agosto 1916
«Bosco Cappuccio
ha un declivio
di velluto verde
come una dolce
poltrona
Appisolarmi là
solo
in un caffè remoto
con una luce fievole
come questa
di questa luna.»
C’era una volta, in Vita d’un Uomo, Giuseppe Ungaretti.
Non lontano da Trieste, a soli trenta minuti d’auto, c’è Bosco Cappuccio, località situata di fronte a San Martino del Carso. Dal 1915 alla primavera del 1916 fu teatro di scontro della Prima Guerra Mondiale cui partecipò lo stesso Giuseppe Ungaretti. Camminare in quella zona, consapevoli della quantità di morti che provocò lo scontro, vivere la trincea in prima persona non ha assolutamente prezzo.
Giorgia Oliveri
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