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Tecniche didattiche: i metodi più utilizzati a scuola

La scuola è in continua evoluzione e, negli ultimi tempi, si fanno passi da gigante verso inclusione e accoglienza.

Per far ciò, però, è necessario incrementare o utilizzare diverse tecniche didattiche.

Ma di cosa stiamo parlando? Ve lo spiego subito.

Le tecniche didattiche sono modi per attuare il processo formativo e di apprendimento degli studenti. Il termine deriva dal greco, e ha un significato legato ad “arti e mestieri”, insomma rappresenta tutto ciò creato dall’attività dell’uomo.

La tecnica didattica viene scelta in base all’obiettivo da raggiungere, quindi, si tratta di un insieme di mezzi e strumenti che vanno verso un unico scopo e si addicono ai metodi pedagogici.

In poche parole, tutto ciò che l’insegnante utilizza per facilitare l’apprendimento agli alunni, è detto tecnica didattica.

Esistono diversi tipi, uno dei più antichi è la lezione frontale, quando appunto l’insegnante spiega un determinato argomento e la classe ascolta in maniera attiva.

Questa, con il tempo, è diventata partecipata, quindi gli studenti interagiscono e collaborano per rendere la lezione interessante, diventando protagonisti del proprio apprendimento.

Una delle tecniche didattiche che viene maggiormente utilizzata è il Cooperative Learning, il quale si fa risalire a Lewin, psicologo sociale della prima metà del ‘900, che definì all’interno del gruppo, l’interdipendenza dei membri, dove ognuno è connesso all’altro. È a Johnson, però, che si devono le ricerche sull’interdipendenza positiva, la condizione secondo cui gli studenti comunicano e sono maggiormente attivi nell’interazione, quando sono insieme.

Altra tecnica molto utilizzata in classe è il brainstorming, ovvero “tempesta di cervelli”, dove ogni alunno fornisce idee per risolvere un problema. Il metodo è stato coniato da Osborn, negli anni ‘40, e oggi è uno di quelli che ha maggior successo tra gli studenti.

Se, invece, il problema è mantenere gli alunni seduti, senza rischiare di annoiarli, ci pensa il role playing, una delle tecniche più divertenti e formative. La sua introduzione come metodo è nata da Moreno, uno psichiatra rumeno che, con tale termine, indicò il gioco di ruolo libero. Si tratta di una simulazione in aula, durante la quale gli studenti mettono in atto ruoli diversi su problemi e avvenimenti della vita reale o immaginaria.

Questa tecnica stimola la creatività ed empatia, oltre a risultare molto divertente.

A Mosley, negli anni ‘90, dobbiamo il metodo del cyrcle time. Gli studenti sono messi a cerchio all’interno della classe ed effettuano discussioni o riflessioni. In questo modo si crea un ambiente inclusivo per la promozione di comunicazione e ascolto, inoltre ci si stacca dalla classica struttura dell’aula, con le sedie rivolte verso la cattedra, per ritrovarsi in un luogo informale e rilassante, dove l’insegnante diventa facilitatore.

Queste sono solo alcune delle tecniche didattiche maggiormente utilizzate in aula, che mirano alla promozione dell’inclusione e dello sviluppo integrale di ogni alunno. In questo modo gli studenti si sentono liberi di collaborare e comunicare, rendendosi utili e innalzando la propria autostima.

Qual è la tua tecnica preferita?

Martina Maiorano

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Martina Maiorano

Ciao! Sono Martina Maiorano, classe 1996. Fin da piccola ho avuto due grandi passioni: i libri e il beauty. Frequento Lettere Moderne all’Universitá Federico II e da poco sono entrata nel team de La Testata, pronta ad accettare nuove sfide!
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