L’addore d’a patana
Da sempre, gli uomini hanno affrontato le divergenze riguardanti le più importanti questioni di carattere politico o sociale dividendosi in fazioni, le quali si sono poi schierate ripetutamente nel corso del tempo.
Non sempre gli esiti sono stati positivi e molte dispute sono ancora aperte.
Un esempio, la cui intensità può essere ricondotta a quella degli scontri tra Guelfi e Ghibellini, si ripropone in termini culinari e con un quesito ben noto alle masse:
ma la pasta e patate si fa brodosa o azzeccosa?
Interrogativi del genere provocano faide familiari, conflitti generazionali, per bipartitismi simili esistono amici che non si salutano più.
Tuttavia, bisogna ammettere che nonostante la versione brodosa riscaldi anima e corpo durante le più fredde giornate invernali, questo piatto dà il meglio di sé nella seconda versione.
Quando la punta del cucchiaio affonda nella patina compatta, originata dalle patate ormai schiacciate e tinte dal rosso del sugo di pomodoro, dal parmigiano e dal pepe; se ne percepisce il graduale sprofondare nella ricchezza di questo piatto prelibato.
La posata apre lentamente una voragine, fuoriesce un profumo invitante che raggiunge il nostro naso e impregna l’aria circostante.
È a questo punto che si fa strada nella nostra mente la consapevolezza dei sapori che ci aspettano così concentrati, è questo il punto di forza iniziale del piatto: l’addore d’a patana che rapisce ed attrae!
Chi non se ne innamora?
Dopo il primo inebriante momento, segue una visione altrettanto stimolante: la provola – precedentemente tagliata a cubetti- si è sciolta e si lascia raccogliere filante, insieme alla pasta e ai pezzi di patate grossolanamente tagliati che si lasciano intravedere.
“L’unione fa la forza” e questo piatto ne è la testimonianza, poiché la ricchezza dei suoi ingredienti si fa intuire già dalle cipolle, dal sedano, dall’olio che servono per un’introduzione alla preparazione.
Solo successivamente si aggiungono le patate, la pasta, la provola e la scorza pulita del parmigiano.
In realtà proprio per accaparrarsi la scorza ammorbidita e ricca di sapori sul fondo del proprio piatto si verifica, nella maggior parte delle famiglie, qualcosa di simile alla presa della Bastiglia.
La riscoperta di questa prelibatezza da parte di numerosi ristoranti è dettata proprio dal fatto che si tratti di un piatto semplice ma ricco di sapori, che consente numerose sperimentazioni e che riscuote sempre successi.
Ad esempio è sempre più frequente la presentazione al centro delle tavole e direttamente in una grossa forma di parmigiano il cui interno è appositamente scavato, che consente così di percepire tutto il gusto del formaggio e permette ai commensali di servirsi autonomamente.
Probabilmente il motivo per cui la pasta e patate è ritenuta un grande classico, intramontabile per la cucina italiana, può essere inteso grazie a questa citazione di Sofia Loren:
“Una donna che sa fare la pasta a regola d’arte ha un pregio che resiste anche oggi a qualsiasi altro richiamo dei tempi”.
Fortunatamente, la prerogativa di una pasta preparata a regola d’arte si è estesa oltre il solo ruolo femminile, in modo che tutti possano goderne e farne godere.
Alessandra De Paola
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