Adrian: la serie evento… ma de che?
di Davide Cacciato
Dopo settimane di pubblicità che attentavano alle nostre orecchie, il fatidico ADRIAN: LA SERIE EVENTO ha fatto il suo debutto in prima serata il 21 gennaio scorso. Date le numerose critiche ricevute la domanda sorge spontanea: cosa è andato storto?
La risposta è…TUTTO!
Adriano Celentano lo conosciamo tutti: cantautore che ha fatto sognare più di una generazione, showman, attore, autore e chi più ne ha più ne metta. Ma al Celentano “predicatore”, però, tutto ciò non basta: lui è come un catechista a cui servono nuove vie per veicolare il verbo! E quindi dopo 10 ANNI e quasi 20 MILIONI di euro spesi ecco che viene partorita ADRIAN: LA SERIE EVENTO.
Un cast d’eccezione: disegni di Milo Manara, musiche di Nicola Piovani (Oscar per le musiche in La vita è bella), supervisione dei testi a cura di Vincenzo Cerami e dei doppiatori di tutto rispetto.
Dopo una campagna mediatica asfissiante e assurda arriva la grande sera della prima, giorno 21 gennaio. Parte lo show, Aspettando Adrian, al teatro Camploy di Verona, e verso la fine ecco che arriva LUI, il molleggiato: standing ovation per tutti e tre i minuti che Celentano si è trovato sul palco.
E poi parte Adrian: siamo nella Milano del 2068, dove a fianco della megalopoli c’è una sorta di quartiere novecentesco; in questa visione distopica del futuro c’è una specie di organizzazione dittatoriale che vuole controllare e arginare la libertà della popolazione.
Internet è letteralmente esploso, ma per i motivi sbagliati: animazioni orribili, fondali degni di Paint, dialoghi che The Lady levati proprio, una sceneggiatura infima e poi Celentano, Celentano, Celentano e…. CELENTANO!
Oltre ad essere produttore, regista, “sceneggiatore” e mente dietro a tutto ciò, il guru si improvvisa anche doppiatore. Un uomo di 81 anni che doppia la sua versione animata 30enne iper-pompata e sciupafemmine. Perché? Perché deve tutto essere un’enorme autocelebrazione da e per Celentano: le sue canzoni sono ovunque, l’Adrian del cartone abita in via GLUCK e indovinate chi è l’eroe senza macchia e senza paura che con le sue verità salverà il mondo? Sempre LUI, il vate!
I concept art sono stati creati dall’immenso Milo Manara, maestro illustratore; allora perché le animazioni sono così legnose, essenziali e a volte inesistenti? Dobbiamo ringraziare la SEK, azienda nordcoreana “leader” nell’animazione che ci ha regalato perle quali La leggenda del Titanic, capolavoro di animazione per bambini in cui il simpatico polpo Tentacolino fa affondare per sbaglio la famosa nave.
Probabilmente, e lo si spera di cuore, molti dei disegni non sono neanche stati fatti dal maestro Manara, così come i fondali. La maggior parte dei personaggi, tra l’altro, sembrano essere stati presi dal celebre anime Le bizzarre avventure di Jojo, per la loro somiglianza con molti dei protagonisti, primo fra tutti il protagonista Adrian con la sua (unica) espressione marmorea. Non dimentichiamoci poi del cattivo Dranghestein che vive nel palazzo di Mafia International al centro di Napoli (a quanto pare oggetto di querela).
I salvifici messaggi che voleva veicolare Celentano risultano banali e ridondanti, del calibro di: “Può essere che quello che non vi ricordate forse ve lo siete dimenticato?” GENIO. Tutto ciò che traspare sono lamentele e pensieri di un anziano nostalgico che se la prende con la tecnologia e il futuro.
Perché tutto quest’astio da parte del web? Non è un po’ esagerato? Tutto potrebbe essere riassunto dalla frase del censor maximus Massimo Giletti su Adrian: “Dire fumetto è riduttivo, è una cosa più importante”. In Italia le scene del fumetto e dell’animazione sono bistrattate e tenute sempre in bassa considerazione e, quindi, quando un prodotto come Adrian viene alla luce le aspettative sono tante, perché potrebbe essere un trampolino di lancio per la rivalutazione di questi media in Italia; se però poi esce con questi risultati c’è molto da pensare: in Italia si censurano le scene di sangue in Dragon Ball e si mette Lupin in terza serata, per l’erotismo del personaggio di Fujiko, mentre non ci sono problemi a far andare in prima serata scene ai limiti del soft porn, stupro e molestie, se veicolate dal vate Celentano.
Manara è un maestro dell’erotismo questo si sa, ma non può un suo prodotto essere trattato in maniera differente dagli altri. Chissà quanto tempo dovrà passare prima che qualcuno riesca a far breccia nel rigido palinsesto italiano con un’alta opera di animazione perché “se non c’è l’ha fatta Celentano perché investire su altri?”.
“Non tutti capiscono Adrian.”, “Grande Adriano, solo chi è intelligente riesce a cogliere i tuoi messaggi!”, “Chi non ti capisce è schiavo del sistema, ma noi no.”. Questi sono solo alcuni dei commenti pro-Adrian che circolano in rete, ma le cose sono ben diverse: se il gusto è soggettivo, certe lacune non lo sono; se il farsi piacere un artista è soggettivo, non si può scusare un’opera così mediocre che non è nient’altro che una bella occasione mancata.
Adrian è una grandissima opera sì: ma di trash italiano.
P.S. Grazie dei meme!