Un delitto avvolto nel mistero: da chi e perché è stato ucciso Alessandro Coatti?

Alessandro Coatti era un ricercatore italiano, ucciso in circostanze tutt’ora misteriose in Colombia.
Si indaga per capire cosa sia successo, ma la morte del biologo è ancora avvolta nel mistero.
Coatti era un biologo di formazione e membro della Royal Society of Biology. Non aveva dato segni di sé già dal giorno successivo al suo arrivo, il che ha messo in apprensione familiari e amici.
Il biologo italiano è stato ucciso e smembrato, il corpo ritrovato in diverse valige, nei pressi dello stadio di Santa Marta, cittadina in Colombia.
Secondo quanto si apprende, l’identità della vittima sarebbe stata appurata tramite un bracciale di un albergo trovato ancora al polso dello stesso cadavere. Lo scenario è, però, ancor più raccapricciante: alcuni pezzi del corpo del ricercatore ferrarese, infatti, sono stati trovati in un’altra zona della stessa città.
Le indagini
Secondo le autorità della città di Santa Marta, dove sono stati trovati i resti del ricercatore, tra le piste potrebbe esserci quella dei gruppi paramilitari che spadroneggiano nella zona. Al momento non si scongiura nessuna ipotesi.
Ieri nell’obitorio della Medicina legale di Santa Marta sono stati ricomposti i resti del ricercatore.
Gli investigatori colombiani al momento indagano sul computer personale di Alessandro Coatto, dal quale potrebbero emergere dei dettagli importanti.
Gli inquirenti vagliano i tabulati telefonici e gli ultimi movimenti bancari di Coatti, oltre ai filmati delle telecamere di sorveglianza presenti nelle tre diverse zone della città dove sono stati ritrovati i suoi resti.
Il sindaco di Santa Marta ha attivato una squadra investigativa speciale in collaborazione con la Procura e la Gaula; inoltre ha offerto una ricompensa di 50 milioni di pesos a chiunque dia informazioni rilevanti che possano portare alla cattura dei responsabili del terribile omicidio.
Nonostante ciò, il giallo resta ancora aperto e a parte quella della droga, nessun’altra pista è esclusa.
Il 42enne, laureato alla Normale di Pisa e per 8 anni ricercatore della Royal Society of Biology a Londra, sarebbe rientrato in Italia nella prossime settimane.
Una morte inspiegabile, così come sottolinea Lerber Dimas, esperto di conflitti territoriali:
“Chi ammazza in questo modo nella regione sono quelli del Clan del Golfo e le Autodefensas Conquistadores de la Sierra”.
Nell’ultimo anno sono stati 13 gli omicidi avvenuti nella regione con la stessa modalità, con i cadaveri squartati. Ma è la prima volta che viene ucciso un turista straniero.
Le indagini proseguono, con l’intenzione di individuare i responsabili e chiarire il contesto in cui è maturato il delitto.
Chiusi nel riserbo i familiari di Alessandro Coatti, solo lo zio del giovane ha trovato la forza di dire qualche parola ai giornalisti che in queste ore sono in attesa dinnanzi all’abitazione di famiglia:
“Quello che è accaduto è surreale. Alessandro non aveva nemici, era una persona tranquilla. L’ipotesi della rapina non ci convince, non era una persona che ostentava beni di valore. Era uno ’avanti’, girava con pochi contanti in tasca, non esibiva orologi o altri oggetti preziosi. Ora vogliamo solo la verità!”
Verità che tutti aspettano, che si spera farà luce su quanto è accaduto al ricercatore italiano, dando quantomeno una risposta alla famiglia. Naturalmente, scoprire cosa è successo non riporterà Alessandro in vita, ma almeno potrà dare un po’ di “sollievo” (se così si può chiamare) a chi lo amava e lo ha conosciuto, assicurando i colpevoli alla giustizia.
Gerardina Di Massa
Leggi anche: Qui non è Hollywood – la serie Disney+ sull’omicidio di Sarah Scazzi è TV di alto livello