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Ostara, l’antenata della moderna Pasqua

Ormai da tempo, la storia ha dimostrato quanto la religione cristiana sia legata a culti ben più antichi.

Raccontiamo meglio la storia di Ostara, uno degli otto sabba della Ruota dell’Anno pagana!

Partiamo dalle basi:
con il termine “sabba” facciamo riferimento ad alcune delle più famose festività dei popoli nord-europei, contemporanei e, talvolta, perfino più antichi dell’Impero romano. Queste festività sono state ripescate da fonti antiche e riportate in voga dalle religioni New Age, ma la loro radice naturalistica resta ben salda. Infatti, a ogni sabba viene ricondotta una tappa del “mito della Dea e del Dio”, così come viene collegato un punto importante per la natura che ci circonda.

A introdurre il concetto formalizzato di Ruota dell’Anno, che suddivide le festività celtiche in otto diversi punti di una ruota destinata a ripetersi ciclicamente, ci ha pensato probabilmente lo storico Ross Nichols, sulla base dei reperti storici arrivati a noi nel corso dei secoli.
Non si esclude l’ipotesi che le festività dei popoli antichi possano essere state molte di più, ma le testimonianze a noi pervenute sono poche e contaminate dalle varie conquiste note nello studio della Storia; inoltre, la cultura celtica era tramandata per via orale, dunque le testimonianze non sono sempre accurate o approfondite.

Ma passiamo al sabba di Ostara.

Quando viene celebrato Ostara e quali sono i suoi archetipi?

Ostara viene celebrato in epoca moderna durante il giorno dell’Equinozio di Primavera, all’incirca tra il 20 e il 23 marzo. Viene, tuttavia, ricondotto alla festività cristiana di Pasqua grazie ai suoi archetipi comuni, sempre osservati dal punto di vista naturale.

Alla base di questo sabba vi è l’equilibrio, non solo materiale, bensì anche spirituale. È un momento importantissimo per la natura, nel giorno dell’Equinozio di Primavera le ore di luce sono pari a quelle di buio, una tappa che porterà pian piano ad avere giornate sempre più lunghe, fino al culmine durante il Solstizio d’Estate.

Queste caratteristiche possono sembrare, agli occhi dell’uomo moderno, un fattore estremamente trascurabile; tuttavia, per i popoli antichi che vivevano in stretta correlazione col mondo naturale, ogni minima mutazione era estremamente rilevante.

Più tempo di luce, temperatura tendenzialmente più alta, tutte caratteristiche che riportavano gli uomini alla vita, dopo un lungo periodo invernale e di riposo.
Perfino le attività compiute in questo periodo erano importantissime per il ciclo annuale, soprattutto sul versante di allevamento e agricoltura – e quindi di sopravvivenza per il successivo inverno.

Con l’archetipo di equilibrio, abbiamo anche un concetto più chiaro e riconducibile al successivo cristianesimo: la rinascita, il ritorno alla vita.

Ricorda qualcosa? Uno spunto potrebbe essere la resurrezione di Cristo, sebbene gli antichi popoli di cui parliamo non avessero una figura analoga a questa.

La rinascita celtica era rivolta verso le loro antiche divinità e verso la natura circostante che iniziava a germogliare, oggi virata verso la rinascita interiore.

Un collegamento tra Ostara e la moderna Pasqua è evidente anche dai simboli tutt’oggi utilizzati: la lepre e l’uovo.

La lepre – chiamato oggi “coniglio di Pasqua” – ha diversi archetipi, ma tra questi possiamo ritrovare proprio il concetto di fertilità e rinascita, tipiche del periodo Primaverile.
L’uovo, invece, è simbolo della vita allo stato embrionale, così come una pianta al suo primo germogliare.

Per quanto riguarda le attività svolte, sono poche le fonti certe riguardo i riti utilizzati dagli antichi popoli durante il sabba di Ostara. Ci sono sconosciuti molti dei famosi riti propiziatori eseguiti, tuttavia tra questi vi era il più famoso rito di accensione di un cero da parte dalla figura della Sacerdotessa devota alla Dea Eostre. Non escludiamo, tuttavia, l’esecuzione di rituali più stravaganti ricondotti all’archetipo della fertilità, celebrata tramite unioni carnali – però più comuni durante il sabba di Beltane.

Al contrario, oggi la celebrazione spirituale del sabba di Ostara è racchiusa in attività più semplici, come la pulizia e purificazione dell’ambiente domestico, della persona e, ancora, il trascorrere tempo in natura o meditando, per riconnettersi alle energie di questo periodo.

Insomma, in questo gioco di ombre e luci, differenze e analogie, è sempre bellissimo notare quanto gli esseri umani abbiano tramandato nel tempo culture così diverse e così affascinanti, le loro evoluzioni moderne e l’approccio che ogni singolo individuo ha con la propria religione.

Che essa sia pagana, cattolica o di altro tipo, è possibile notare una radice comune anche nelle più piccole peculiarità, le stesse che ci rendono un grande organismo vivente, con eguali necessità e voglia di ritornare alla vita!

Valeria Ruggiano

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Fonte immagine: Freepik

La Redazione

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