Olio di palma: il nemico moderno dell’uomo moderno
Ovunque si sente parlare di olio di palma. Il soggetto in questione è un olio vegetale, ottenuto da frutti simili ad olive i quali prima vengono raccolti, poi sterilizzati tramite vapore, cotti, snocciolati e infine si passa all’estrazione dell’olio.
Ognuno di noi (o quasi) si è cimentato nella preparazione di una torta nel corso della propria vita e uno degli alimenti principali presenti sulle ricette per dolci è il burro. Perché si usa il burro quando prepariamo torte? Ovviamente, per rendere il composto più morbido e soffice, no? Bene. L’olio di palma è utilizzato dalle industrie alimentari per lo stesso identico motivo. La differenza tra il nostro amato burro casereccio e l’olio di palma risiede principalmente in due punti chiave: l’olio di palma è economico, l’olio di palma è insapore. Con pochi spiccioli, quindi, si ha un alimento che fa il suo sporco lavoro, ammorbidisce composti per pasticceria e creme spalmabili, senza rischiare un composto dal sapore modificato a causa del burro. Ma una delle prime cose che la società in cui viviamo ci insegna è che la qualità costa, si fa pagare. Un olio economico avrà sicuramente qualche difettuccio di fabbrica, no? Ebbene sì. L’olio di palma è il nemico moderno dell’uomo moderno, perché è ovunque, perché è anche nelle cose più buone, nei biscotti, nelle merendine e nelle creme spalmabili. È nei banchi di scuola vuoti, dei ragazzini che vengono strappati al loro futuro per dedicarsi alla manodopera necessaria per il trattamento dell’olio di palma. È nelle foreste desertificate, nei terreni impoveriti, nelle popolazioni costrette a lasciare le proprie terre perdendo per sempre le loro radici. L’olio di palma è tutto questo.
Diverse aziende si sono attivate, in alcuni casi oserei dire “svegliate”, e hanno voltato le spalle all’olio di palma. L’olio di palma, vi sorprenderà, può essere sostituito con il caro e centenario olio d’oliva. Peccato che quest’ultimo sia un po’ più costoso. Astuta mossa di marketing? Può darsi, fatto sta che alcune aziende hanno aperto gli occhi, hanno preso in mano la situazione e hanno cominciato a fare veramente qualcosa per ridurre questo problema.
Il male che fa all’ambiente è evidente, ma il male che fa al nostro corpo è ancora tutt’oggi dibattuto.
Cerchiamo di fare chiarezza: l’olio di palma contiene al suo interno delle sostanze che si presentano come cancerogene. Queste sostanze però diventano davvero dannose nel momento in cui vengono trattate con temperature superiori ai 200°, sicuramente più alte di quelle che vengono utilizzate nell’industria dolciaria. Il consumo di olio di palma, e quindi la sua presenza in determinati alimenti, non è così elevato da rendere queste sostanze pericolose per le cellule del nostro corpo. Consumare sostanze contenenti olio di palma, paradossalmente “si può”, ma assolutamente senza abusarne e soprattutto tenendo d’occhio i bambini, i quali sono inevitabilmente esposti maggiormente a queste sostanze presenti in numerosissime merendine.
Il fatto che l’olio di palma non causi eccessivi danni al nostro organismo se consumato in determinate dosi è sicuramente un bene. Ma non dimentichiamo che è dannoso per l’ambiente in cui viviamo, irrispettoso verso la natura che si piega dinanzi un olio che, volendo, potrebbe essere sostituito. Il passo avanti fatto da diverse industrie del settore che hanno detto NO all’olio di palma lascia sperare che ci sia qualcosa di buono in questa storia forse: più etica e meno olio di palma.
di Alessandra Genovese